Alla faccia della tanto sbandierata trasparenza nella pubblica amministrazione, alla fine, la tanto discussa legge Fava, sembra essersi ancorata al palo nei meandri del web.
L’obbligo dichiarativo dei parlamentari dell’Ars in tema di affiliazione a logge massoniche o similari entro 45 giorni dall’insediamento e, nello specifico, entro 45 dall’approvazione della norma in questione, obbligo esteso anche ad assessori, consiglieri e primi cittadini degli enti locali siciliani, è rimasto carta straccia per molti comuni. Tutte queste comunicazioni dovevano essere presso l’ufficio di gabinetto del sindaco con l’onere, poi, da parte del Comune, di pubblicare sui siti web istituzionali chi aveva fornito e chi no la certificazione in merito e, anche, chi si dichiarava appartenente alle associazioni o meno. Tutto con il diritto di “obiezione” come fatto proprio da due parlamentari regionali, che contestavano nel merito quello che hanno ritenuto un’attività di schedatura. Al Comune di Sciacca, le dichiarazioni sono state a quanto pare raccolte, ma alla fine, non pubblicate, almeno fino al momento non è possibile consultare online l’elenco.
Il Comune di Sciacca non è il solo. Molti segretari generali della provincia agrigentina pare si siano attivati per chiedere a consiglieri e amministratori la tanto agognata certificazione, molto speso ottenendola con nessun politico dichiaratosi appartenente alla massoneria, ma poi i dati sono rimasti nei cassetti comunali anche in quei comuni dove gli appartenenti alle logge sono usciti allo scoperto dichiarando apertamente la loro appartenenza.
A quattro mesi dalla scadenza dei termini previsti dalla legge non se ne ha alcuna notizia, lo denuncia oggi il Presidente della Commissione antimafia regionale Claudio Fava, che chiede all’assessorato regionale enti locali di avviare immediatamente una ricognizione nei Comuni per verificare il rispetto della legge.
Per Fava, la vicenda che vede coinvolto l’ex deputato regionale Lo Sciuto, che aveva costruito una loggia massonica allo scopo di fare mercato di prebende, licenze e consulenze di varia natura, conferma l’utilità di questa norma e l’urgenza di una sua piena applicazione.
Intanto, il Comune di Sciacca non ha pubblicato alcun dato ma correttamente nel rispetto della legge che prevede la pubblicazione in caso di omessa dichiarazione o di dichiarazione di appartenenza. A Sciacca, tutti i consiglieri comunali, sindaco e assessori hanno presentato la relativa dichiarazione di non appartenenza e pertanto, ciò ha esentato dalla pubblicazione dei dati.
Non è andata alla stessa maniera nei comuni di Menfi e Santa Margherita dove invece, alcuni consiglieri e assessori hanno omesso la dichiarazione.
Fino a questa mattina, nel sito del Comune di Menfi non era possibile consultare i dati in adempimento della legge 12.10.2018, numero 18, cosiddetta legge Fava. Dopo la nostra richiesta di informazione nella tarda mattina, è spuntato anche sul sito del Comune di Menfi il link con i relativi elenchi dai quali risulta, come era stato già anticipato da un nostro precedente articolo, che non hanno fatto pervenire dichiarazione di non appartenenza il consigliere Andrea Alcuri, il consigliere Leonardo Gagliano, il consigliere presidente del consiglio Andrea Pellegrino e l’assessore vicesindaco Ludovico Viviani.
Nel sito del Comune di Santa Margherita, dove in precedenza era stati due gli assessori in carica a non presentare la dichiarazione, non è ancora possibile consultare i dati. Si tratta dei due componenti di giunta Giacomo Abruzzo e Maurizio Marino.