Un diciannovenne di Menfi è stato arrestato dai carabinieri della compagnia di Castelvetrano per il furto d’ un’auto, una Panda, nel centro trapanese. Ai carabinieri che lo hanno fermato e posto ai domiciliari avrebbe detto di averlo fatto come unica soluzione per fare ritorno a casa perché, di sera, non era riuscito a far partire la sua moto.
Il diciannovenne è stato posto ai domiciliari assieme a un altro giovane, di 20 anni, pure di Menfi, che si trovava a bordo dell’auto, fermata dai carabinieri di Castelvetrano tra Menfi e Santa Margherita Belice. Poi il giudice del Tribunale di Sciacca, Alberto Davico, ha convalidato l’arresto e disposto per entrambi l’obbligo di dimora a Menfi, rimettendo gli atti alla Procura della Repubblica di Marsala per competenza territoriale.
Secondo quanto riferisce il difensore del diciannovenne, l’avvocato Giuseppe Buscemi, il giovane avrebbe detto ai carabinieri di avere avuto un litigio con la fidanzata e il padre della giovane lo avrebbe cacciato di casa. Il ventenne, sempre secondo il suo racconto, non era riuscito a far partire la moto, rimasta anche con le luci spente. Così ha deciso di rubare un’auto, una Fiat Panda, che ha trovato con le chiavi nel cruscotto. Nell’udienza di convalida l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. L’altro giovane, difeso dall’avvocato Francesco Di Giovanna, ha respinto le accuse, dicendo che aveva solo chiesto un passaggio al diciannovenne.