La diciassettesima edizione della Supermaratona dell’Etna si è confermata una delle sfide di corsa in salita più impegnative e spettacolari del pianeta.
Nata da un’idea della US Tosi di Tarvisio nel 2004, la gara prevede di scalare il vulcano attivo più alto d’Europa, partendo dalla spiaggia di Marina di Cottone a quota 0 metri sul livello del mare, fino ad arrivare a quota 3000 metri, coprendo la distanza classica della maratona. Calogero “Lillo” Lanzarone da Menfi è stato uno tra i pochi agrigentini presenti. Nessun atleta di Sciacca in gara.
Questa competizione, che originariamente riuscì a solo due dei tre partecipanti iniziali, è oggi la più grande gara di corsa in salita al mondo, l’unica capace di far percorrere una maratona con un dislivello positivo di 3000 metri.
Il percorso parte dalla spiaggia di Marina di Cottone e attraversa i comuni di Fiumefreddo di Sicilia, Piedimonte Etneo e Linguaglossa, proseguendo poi lungo la Strada Regionale Mareneve che conduce a Piano Provenzana.
Da qui, i partecipanti lasciano il manto stradale per proseguire su un sentiero sterrato di circa 9 km fino a raggiungere quota 3000 metri dopo aver corso per 43 km.Un Evento Internazionale
Quest’anno la gara ha visto la partecipazione di 400 corridori, molti dei quali stranieri.
Nonostante le condizioni climatiche estremamente calde, con temperature spesso superiori ai 30 gradi e assenza di vento, i partecipanti hanno dato il massimo. Il francese Nicolas Dalmasso ha conquistato il primo posto con un tempo di 3 ore e 54 minuti, seguito dall’italiano Lorenzo Lotti che ha terminato in 4 ore e 5 minuti.
Tra i partecipanti, l’avvocato Lanzarone di Menfi che è stato tra i pochi agrigentini in gara, conquistando la 168ª posizione assoluta con un tempo di 6 ore e 48 minuti, e la 29ª posizione nella sua categoria.
Data la difficoltà del percorso, sono stati allestiti punti di ristoro ogni 2,5 km a partire dal sesto chilometro. I partecipanti hanno affrontato condizioni estreme senza l’abbigliamento invernale, che avevano la possibilità di indossare solo a Piano Provenzana dove finiva il percorso asfaltato e potevano lasciare le sacche per un eventuale cambio.