Controllo a distanza, geolocalizzazione, informazioni sul traffico, interazioni con le infrastrutture stradali e molto altro: le auto connesse sono già una realtà diffusa e in forte crescita.
Uno studio condotto dal gruppo di ricerca e consulenza tecnologica britannico Omdia ha consentito all’osservatorio Autopromotec di estrarre un dato impressionante: entro dicembre 2023 nell’attuale parco circolante mondiale, le auto connesse saranno oltre 350 milioni. Un incremento del 18% rispetto al 2022.
Le proiezioni sul futuro delle tecnologie di condivisione delle informazioni in auto. Cosa accadrà?
L’accelerazione tecnologica che la pandemia ha dato ad alcuni settori è, per il settore automobilistico, un vero sprint e le ricerche confermano le tendenze dei costruttori.
Secondo la succitata ricerca dell’Omdia, infatti, in pochi anni il numero di automobili connesse raddoppierà per poi triplicare all’inizio del prossimo decennio.
Qualche esempio in numeri?
Nel 2027, le vetture che utilizzeranno una tecnologia mobile per connettersi con infrastrutture stradali e condividere informazioni, saranno più di 640 milioni.
Nel 2030, invece, la stima sfiora il miliardo di veicoli.
Ma cosa per auto connesse?
Cosa sono le auto connesse?
Le auto connesse sono delle autovetture che, nella dotazione di serie, utilizzano delle soluzioni di connettività mobile grazie alle quali al conducente vengono fornite informazioni in real time.
Questa tipologia di veicoli è in grado di ricevere diversi tipi di informazioni riguardanti la diagnostica di motore e parti elettroniche o dispositivi di sicurezza, traffico, localizzazione o informazioni sulla batteria o gestione della carica per i veicoli elettrici o ibridi plugin.
Gli schermi digitali, di cui le auto connesse sono dotate, trasmettono le informazioni in maniera chiara e intuitiva. Per questo – si prevede – aumenteranno di dimensioni affinché si possa fruire non solo di servizi specifici di informazione per il conducente ma anche di intrattenimento per i passeggeri.
La crescita di vetture dotate di sistemi di connessione non coinvolgerà solo i costruttori ma anche tutta la filiera che cura le attività post vendita delle vetture.
I nuovi tecnici dell’aftermarket dovranno avere competenze trasversali che sono sempre più declinate in chiave tecnologica oltre alle competenze chiave relative alla riparazione dei motori termici.