A Ribera il 72% vaccinati, ma ancora troppi giovani senza

” La vaccinazione anti-COVID-19, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia (Dato ECDC, ISS, Epicentro).

Il vaccino, quando somministrato con l’intero ciclo, è l’unica arma veramente efficace per proteggere la popolazione” . E’ l’incipit di una nota diffusa dal Comune di Ribera.

“Più il virus circola – aggiunge – , ad esempio, per una copertura vaccinale non ottimale in tutte le fasce di età e/o per il non rispetto delle restrizioni, maggiore è il rischio che il virus venga trasmesso a soggetti a rischio di malattia severa anche se vaccinata e favorire il fenomeno della comparsa delle varianti.

A Ribera, secondo dati diffusi dal primo cittadino, la copertura vaccinale totale è del 72% (dato aggiornato al 15 agosto), ma le fasce più giovani risultano vaccinate in percentuale troppo più bassa rispetto a quella ottimale.

” Confrontando i dati – afferma Matteo Ruvolo – forniti dal dipartimento di prevenzione Asp di Ribera e dal Distretto sanitario di base) dei casi di positività registrati dal 30/6 ad oggi, emerge che la maggior parte dei concittadini contagiati rientra nelle stesse fasce di età con bassa percentuale di vaccinati: segno quindi che tra i non vaccinati il virus riesce a circolare più facilmente.

Da fine giugno, quindi, si è osservato un incremento dei casi soprattutto nella fascia 0-40 anni: Il Covid può causare una patologia grave anche nei ragazzi, e i dati sulle ospedalizzazioni ed i decessi (quasi tutti soggetti non vaccinati o solo con prima dose) dell’ospedale di Ribera lo dimostrano.

Non dobbiamo avere alcun timore nel ricevere il vaccino: tantissimi non hanno alcun effetto collaterale, ed in ogni caso gli effetti collaterali più frequenti sono assolutamente limitati (generalmente durano solo poche ore e sono dolore al sito dell’iniezione, mal di testa e dolori a muscoli e articolazioni).

Il vaccino (ed il Green Pass) non sono limitazioni alla nostra libertà, ma strumenti per tutelare la nostra è quella degli altri: per fare un esempio (settembre è alle porte), per tornare alla didattica in presenza ed evitare il rischio di chiusura delle scuole.

Vaccinarsi contro il Covid oggi è l’unico modo per tornare alla normalità ed alla socialità che stiamo riconquistando.

Vaccinarsi significa anche dare una mano ai medici ed infermieri, per curare chi è affetto da altre patologie diverse da Covid e contribuire alla ripresa regolare dei percorsi di diagnosi, cura e prevenzione.

E’ legittimo avere dubbi e timori, ma possiamo e dobbiamo avere fiducia nella scienza: i dati scientifici ci dicono incontrovertibilmente che oggi la scelta del vaccino è quella più opportuna per la nostra salute e quella degli altri.

Vaccinarsi, oggi che abbiamo la possibilità di farlo mentre corriamo verso una quasi certa quarta ondata, non è più solo una scelta personale, ma è UN DOVERE CIVICO NEI CONFRONTI DELLA COMUNITÀ”.

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