Svolta nel procedimento penale riguardante l’incidente mortale a Ribera in cui perse la vita l’operatore turistico, nonché fondatore di Discovery Sicilia, Vincenzo Spagnuolo verificatosi nell’aprile del 2022 lungo la Statale 115. Il Tribunale a Sciacca ha deciso di riaprire il caso nonostante la richiesta di archiviazione del pubblico ministero.
Giesse Risarcimento Danni, società che si occupa di incidenti stradali, malasanità e infortuni sul lavoro, tramite il legale e il consulente tecnico fiduciario, sarebbe riuscita a far emergere importanti profili di colpa anche a carico dell’automobilista coinvolto nel sinistro.
Il giudice Dino Toscano ha disposto l’imputazione coatta per l’altro automobilista coinvolto restituendo gli atti al pm che dovrà ora formulare l’imputazione entro 10 giorni.
“La relazione del nostro consulente, l’ingegnere Nicolò Vassallo, è stata fondamentale per riaprire il caso sull’incidente del 29 aprile 2022 – ha spiegato Diego Ferraro, responsabile della sede di Giesse a Canicattì, a cui si è rivolta la famiglia di Vincenzo Spagnuolo – Intanto, contrariamente a quanto sostenuto nella consulenza tecnica della Procura – sostiene Ferraro – che i due veicoli fossero, sin da subito, reciprocamente visibili. Quindi l’automobilista, accortasi della moto che arrivava dalla direzione opposta, non avrebbe dovuto cominciare il sorpasso. Invece ci provò lo stesso, cominciandolo quando ancora si trovava nel tratto di strada con linea di mezzeria continua”.
Secondo la Giesse, l’incidente tra l’auto e la moto sarebbe avvenuto tra una corsia e l’altra, a metà della carreggiata. E sempre secondo il consulente tecnico di parte Vassallo: “anche se l’auto si trovava con le ruote di sinistra sulla linea di mezzeria, era in ogni caso con lo specchietto retrovisore esterno e la fiancata sinistra nella corsia opposta”.
Il giudice ha ora chiesto un necessario approfondimento che avverrà in sede dibattimentale, mentre il pubblico ministero dovrà quindi formulare un capo d’imputazione a carico dell’automobilista.
