“Un Cartello per Ribera” è la proposta di padre Antonio Nuara in vista delle elezioni amministrative del 4 e 5 ottobre nel centro crispino. Il religioso fa un esame dell’attuale situazione nel centro crispino ed avanza alcune proposte operative. Offre una piattaforma programmatica perchè il suo vuole essere “un “servizio” offerto principalmente ai cittadini di Ribera, perché aprendo gli occhi, maturando e con maggiore senso di responsabilità scelgano quei candidati che andranno ad amministrare, avendo una “vera” consapevolezza di perseguire il bene comune”.
Per una macchina amministrativa più funzionale padre Nuara propone propone che il personale debba avere “una ridistribuzione più virtuosa, al fine di evitare sovraffollamenti o carenze. E, vista la disponibilità dei mezzi informatici, accorpare più uffici con una comune “banca-dati””.
Per il tessuto urbano ex extraurbano: “Nel centro storico esistono molte abitazioni abbandonate e in pericolo di sbriciolarsi con grande rischio dell’incolumità dei cittadini, utilizzate da extracomunitari e da clandestini e con grossi problemi di igiene pubblica. Vista la vicinanza con il mare e le zone archeologiche e turistiche del circondario, si potrebbe ipotizzare, la politica, già adottata da vari Comuni, di offrirle ai forestieri con un prezzo simbolico e con l’impegno di restaurarle e renderle abitabili”. Dove attingere le risorse? “In ogni amministrazione – evidenzia padre Nuara – dovrebbe esserci un soggetto “procacciatore di finanziamenti”, che sappia individuare leggi e procedure e opportunità per fare arrivare alle casse comunali risorse per la realizzazione di quante più opere possibili per il benessere del paese. La cronaca di ogni giorno ci fa conoscere di quante belle iniziative siano state realizzate anche da Comuni con un numero di abitanti molto inferiori, avendo trovato leggi e finanziamenti che molti sconoscevano”.
Ospedale: “A chi amministrerà Ribera una vigilanza assidua, chiedendo la collaborazione di tutto l’hinterland che vi fa riferimento, a che la struttura non solo continui ad erogare i servizi che offre, ma che ad essi possano aggiungersene altri, necessari e indispensabili per il bene dei cittadini”.
Per padre Nuara “occorre ripensare la raccolta dei rifiuti urbani. La raccolta porta a porta, pur costosa, e forse più del dovuto, non soddisfa a pieno l’esigenza della pulizia del paese. In ogni dove si trova sempre spazzatura e le strade rimangono sempre sporche. Occorrerebbe pensare a riportare gli operatori ecologici nei quartieri e con le ramazze in mano, affiancati dai mezzi che attualmente fanno la raccolta porta a porta”. Per la fruizione degli spazi pubblici il sacerdote rileva che “la villa comunale è abbandonata a sé stessa: non c’è alcuna cura del verde e alcuna vigilanza, diventata ormai luogo per lo spaccio e il consumo di droghe da parte dei vari extracomunitari e riberesi che la frequentano. Molto spesso nelle varie aiole si trovano siringhe, preservativi e roba del genere, insieme a rifiuti di ogni specie. Una volta era il luogo preferito ove andare e portare anche i bambini nei tempi di svago; le aiuole erano piene di fiori, la vasca centrale aveva gli animali, e le fontanelle con gli zampilli. C’era la presenza di una voliera molto interessante e ultimamente un mini-zoo”.
Non manca nella proposta una parte dedicata al mare e al turismo.
“Anche le zone di Seccagrande e di Borgo Bonsignore, con annessa la Riserva Naturale del fiume Platani, potrebbero diventare zone balneari di primaria importanza, creandovi le dovute strutture recettive e assicurando una manutenzione continua e non occasionale, di strade e servizi di pulizia che invoglino i flussi turistici a utilizzarle anche nei periodi primaverili e autunnali. Ribera, come tutti i paesi rivieraschi che si affacciano nel Mediterraneo, nel suo territorio ha tracce diffuse di civiltà del passato: dalla preistoria, ai fenici, ai greci, ai romani, agli arabi e ai normanni, fino al presente. Di attualità sono già: il “sito dell’Anguilla”, in parte già definito, ma che potrebbe presentare tante altre scoperte interessanti, se si facessero scavi accurati; il “Vallone di Santa Rosalia, un canyon con tracce di civiltà che vanno dalla preistoria al presente che con una spesa molto abbordabile lo si potrebbe rendere facilmente fruibile; Il “Castello di Poggiodiana” che dalla sua collina si erge imponente su tutta la valle del Verdura. Tutti questi siti non sono visitabili o percorribili: basterebbe poco per renderli accessibili e fruibili”.
C’è poi una parte dedicata alle emergenze: è aumentato il numero dei poveri e di quelli che non hanno alcuna occupazione; diffuso il lavoro nero; droga, alcol e giochi d’azzardo hanno a Ribera un terreno fertilissimo. Inesistenti una politica e un’attenzione ai ragazzi e ai giovani, soprattutto per l’utilizzo del tempo libero. Occorrerebbero strutture dislocate nelle varie zone del paese per facilitarne loro l’uso. Poichè è fondamentale per loro occupare il tempo libero in maniera positiva, nel gioco e anche in progetti che manifestino e sviluppino la loro creatività.
Non poteva mancare una chiosa sull’agricoltura.
“Il territorio riberese è attraversato da tre fiumi. Ironia della sorte: il 70% della loro acqua va a finire a mare, senza essere stata utilizzata. Tranne poche zone, il terreno dell’hinterland riberese è fertile e si presta ad ogni tipo di coltivazione, favorite anche da un variegato microclima.
Oggi occorre: una maggiore attenzione per promuovere l’economia locale, soprattutto quella agricola che ne è il volano principale; una maggiore possibilità di usufruire dell’irrigazione dei campi con prezzi più accessibili e continua nel tempo. L’amministrazione comunale si faccia promotrice di una incentivazione delle forme associative e della commercializzazione, oggi necessarie per raggiungere proficuamente i vari mercati, sparsi in Italia, Europa e nel mondo.