Lo scontro romano sulla nuova legge elettorale (e sull’ipotesi di sbarramento del 5% tanto temuta da Angelino Alfano) sta riaprendo, come nella migliore tradizione dei corsi e ricorsi storici, il dibattito sull’alleanza tra Pd ed Ncd (o, come si chiama adesso, Alternativa Popolare). Un’alleanza che sembra essere arrivata ormai al capolinea. Eppure, recentemente, da più parti si è tentato di riproporre anche nelle periferie, in vista delle elezioni amministrative, un’intesa politico-elettorale tra queste due forze. A Palermo si è riusciti nell’intento, e i candidati di Ap sono ospiti nella lista del Pd. A Sciacca non è stato possibile. Tutti sanno che ci sono state pressioni romane, soprattutto nei confronti del gruppo dirigente del Partito Democratico di Sciacca, affinché si trovasse la quadratura del cerchio e si concretizzasse una candidatura unitaria, nell’ambito di una possibile “grande coalizione” a sostegno di un unico candidato a sindaco. “Avevamo visto giusto”, dice oggi soddisfatto il segretario del Pd di Sciacca Michele Catanzaro, che sin dal primo momento aveva escluso categoricamente un’ipotesi del genere. “Abbiamo resistito ad ogni tentativo di condizionamento, perché un’intesa con l’Ncd per noi non avrebbe avuto alcun senso, dopo anni in cui eravamo stati distanti e critici nei confronti dell’amministrazione Di Paola: oggi i fatti ci stanno dando ragione”.
Alfano e Renzi ormai alla rottura, Michele Catanzaro: “Avevamo visto giusto a dire no ad un’alleanza con l’Ncd”
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