Il ballottaggio di domenica 25 giugno a Sciacca tra Francesca Valenti e Calogero Bono non divide soltanto nell’ambito dell’elettorato, spaccato ora per uno, ora per l’altro, ma riesce a portare perfino scompiglio in casa.
Se il dispiegamento dei candidati in consiglio comunale al primo turno, ha messo i cittadini di fronte scelte, talvolta difficili decidendo se dare ordine di priorità al primo cugino piuttosto che al parente acquisito, l’elezione secca al ballottaggio potrebbe produrre ulteriori divisioni. Anzi c’è chi lo sbarramento tra pro Valenti o pro Bono lo vive, perfino in famiglia con esiti paradossalmente opposti in caso di vittoria dell’uno o dell’altro: e’ il caso di Salvatore Alonge e Fabio Leonte, in realta’ una contrapposizione già nota tra i due che in passato, durante la sindacatura di Vito Bono, porto’ Fabio Leonte a lasciare il posto in giunta a causa di una incompatibilità per il rapporto di parentela diretto previsto da una norma regionale che lo legava al cognato seduto sugli scranni consiliari. Questa volta, invece la situazione e’ aut aut: se vincesse Bono in consiglio comunale Salvatore Alonge con l’ulteriore attribuzione dei seggi alla maggioranza, scatterebbe come terzo degli eletti in Alternativa Popolare, diversamente se vincesse l’avvocato Valenti, sarebbe l’ex assessore a tornare a sedere in aula Falcone e Borsellino. Stessa cosa accadrebbe per altri due cognati sebbene questi appartengano allo stesso schieramento: stiamo parlando della candidata sindaca Francesca Valenti, moglie del fratello di Ezio Di Prima. In caso della vittoria della cognata come sindaco, Ezio sarebbe recuperato nella lista “Nostra Sciacca” per fare ingresso in consiglio, mentre in caso di vittoria di Bono, sarebbe soltanto la professoressa Valenti a sedere in consiglio in base alla nuova legge elettorale che prevede lo scranno consiliare per il candidato sindaco sconfitto al ballottaggio.
La casistica di rapporti parentali è così varia in queste elezioni che oltre ai cognati, troviamo anche zio e nipote, anche questo è un legame familiare già noto, ma che l’orientamento politico vede diviso da più tempo. Fabrizio Di Paola, lo zio, tifa, ovviamente Calogero Bono, mentre Simone Di Paola, il nipote, rimarrebbe fuori dall’aula in caso di vittoria dell’amico dello zio.
E poi c’è chi parente non lo è, ma è legato da rapporti di profonda amicizia nella vita privata, ma che li vedono contrapposti in politica. Stiamo parlando di Filippo Bellanca e Maurizio Gaudio, testimoni di nozze, ma uno a sinistra e l’altro a destra. Filippo Bellanca assessore se vince la Valenti, il penalista se vince Bono.
Esaurite le parentele, poi la vittoria dell’uno o dell’altro porterebbe anche a delle esclusioni eccellenti dal consiglio comunale come quella di Ignazio Bivona, l’assessore uscente dopo un ventennio al Comune da amministratore si ritroverebbe escluso dagli organi rappresentativi in caso di vittoria di Francesca Valenti. Ancora, fuori dall’aula altri due assessori della giunta Di Paola, David Emmi e Maria Antonietta Testoni. Anche la designata assessore Angela Casciaro, new entry della politica, deve sperare nella vittoria di Bono altrimenti niente posto in Giunta e sarebbe vano anche il buon risultato che ha ottenuto al consiglio per Forza Italia, compreso il passo indietro di Vittorio Di Natale per permettere da designato assessore al primo turno l’ingresso della quota rosa in giunta.
Mentre in caso di vittoria di Bono tra le esclusioni dal consiglio abbastanza vistose ci sarebbero quella di Cinzia Deliberto, Santo Ruffo e Vincenzo Bonomo, tutti consiglieri uscenti.