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Comune di Sciacca

Compenso dei nuovi revisori del Comune di Sciacca, e’ scontro tra maggioranza e opposizione

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Doveva essere una seduta tranquilla quella di ieri sera del consiglio comunale di Sciacca, convocato in seduta straordinaria per la nomina del nuovo collegio dei revisori contabili. Ai precedenti era gia’ scaduto l’incarico.

Invece, anche quello che doveva essere un semplice adempimento, ovvero l’approvazione della proposta di delibera con il sorteggio dei nominativi dei tre componenti dall’elenco dei revisori dei conti, si e’ trasformato in un momento di scontro tra le parti.

E’ stato l’emendamento presentato dall’opposizione alla proposta di delibera dell’amministrazione a inquinare il clima.

Divergenza che ha riguardato il compenso da attribuire ai nuovi revisori che la legge permette di applicare discrezionalmente tra un range minimo di circa 12.600 euro annui ad un massimo di oltre 18 mila euro.

L’opposizione su proposta del consigliere Calogero Bono, ha ritenuto “troppo penalizzante e non congrua” la scelta dell’amministrazione di applicare il compenso della fascia inferiore, ovvero il compenso previsto per cittadine che vanno da 10 a 20 mila abitanti e pertanto, ha scelto di emendare il punto e proporre il compenso di 15.600 euro senza l’applicazione delle maggiorazioni.

Una proposta che ha immediatamente trovato contrario il consigliere e assessore al Bilancio, Fabio Leonte che si e’ astenuto dal votare la proposta di delibera seguito dai colleghi delle fila di governo come il PD che si sono ugualmente astenuti.

Tra i sostenitori del compenso minimo anche il consigliere e assessore Alessandro Curreri che ha sostenuto la tesi che per i revisori “la ratio” doveva essere quella di rendere poco attrattivo il compenso per vincolare la scelta a gente del territorio che potesse essere più presente in aula.

Il braccio di ferro si è protratto perfino sulla votazione dell’immediata esecutività della delibera sulla quale lo stesso Leonte ha paventato di astenersi ancora provocando a catena le minacce dell’opposizione pronta a non votarla. Infine, il passo indietro che ha portato al voto di tutta l’aula.

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