Cambiare tutto per non cambiare niente. La riforma delle province siciliane si allinea al più vecchio motto gattopardiano, così prima dello stop per le ferie estive, il Parlamento regionale ha approvato la legge che ripristina l’elezione diretta dei vertici delle ex Province. La legge è passata con il voto favorevole di 32 deputati su 47.
Le elezioni dovrebbero svolgersi in primavera e dunque accoppiate con le amministrative. La votazione di questo pomeriggio ha azzerato di fatto, la riforma delle province che era stato un vanto del governo Crocetta, una legge in adeguamento alla legge nazionale Delrio e ora proprio con quest’ultima, si teme che la nuova norma che reintroduce l’elezione diretta degli organi delle province, ossia il sindaco metropolitano e il commissario del libero consorzio, si teme possa essere in netto contrasto tanto da presentare dei profili di illegittimità.
Secondo il deputato Giovanni Panepinto del Pd, potrebbe essere impugnata. D’accordo con lui anche il collega di partito e assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracoli, mentre hanno esultato i deputati di Forza Italia che plaudono alla fine della ” più strampalata riforma di Rosario Crocetta”.
Non sono mancate poi le polemiche con il M5S che ha invece, definito la norma come un modo di garantire qualche “poltrona” in più vista la riduzione dei posti in Parlamento.