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Comune di Sciacca

Francesca Valenti cento giorni dopo: il cielo sopra Sciacca è ancora lo stesso. “Ma sapevo cosa mi aspettava”

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C’è assai poco dell’epopea napoleonica o di quella da New Deal nella retorica post-moderna dei “primi cento giorni”, che nel conformismo politico-giornalistico dovrebbero servire a staccare il primo tagliando del nuovo governo, a compiere una valutazione di massima, come al primo ricevimento coi professori dopo il primo quadrimestre. A Fabrizio Di Paola di giorni ne furono sufficienti appena un paio per iniziare quel dimagrimento da stress che si sarebbe dimostrato invalicabile perfino alla più severa autorevolezza, quella che ne avrebbe dovuto contraddistinguere il piglio. Malgrado i fardelli sulle spalle, più pesanti delle casciate del porto di Sciacca, Francesca Valenti invece continua a dire che va tutto bene, che non è in ambasce, che si aspettava esattamente le difficoltà che sta affrontando. Un ottimismo della volontà che continua a surclassare ogni parvenza di pessimismo della ragione. Un’ostentazione della naturalezza, da parte del sindaco, che potrebbe perfino richiamare alla memoria la fortuna dei principianti. Se non fosse che, a differenza del suo predecessore, la Valenti i fardelli li ha distribuiti bene. Eppure non avrebbe certo voluto fare il console accentratore, Fabrizio Di Paola. Vi fu costretto, accollandosi di persona personalmente, per dirla alla Catarella, i “guai” che qualche assessore o gli combinava, o non sapeva gestire. Da par suo finge abilmente di rifuggire dal ruolo di imperatrice del regno Francesca Valenti. Ma, va detto, ad onor del vero, che sull’emergenza rifiuti sta lasciando fare a Paolo Mandracchia, mentre sui rapporti (tesissimi) con Girgenti Acque, lei gestisce di persona riunioni e trattative dentro l’ATI, lasciando il resto del lavoro sporco (cantieri, scavi, inseguimenti e litigi) a Gioacchino Settecasi. Stressati, stressatissimi Mandracchia e Settecasi malgrado, a differenza di Di Paola, loro non perdano nemmeno un chilo. Ma non a caso i più attivi nell’azione amministrativa appaiono i tre “politici” del gruppo. C’è anche Filippo Bellanca che corre da una stanza all’altra. Eppure neanche lui dimagrisce. E non è che non sentano su di loro, gli assessori “politici”, lo stress di chi deve dimostrare che dall’Opposizione al Governo le cose cambiano. Sembra non essere, questo, un problema per gli altri componenti della Giunta. Sarà il carattere, ma né Giuseppe Neri, né Annalisa Alongi, sembrano particolarmente agitati. Esattamente sulla scia dell’atteggiamento di Francesca Valenti. Ma siccome il cielo sopra Sciacca è lo stesso di sempre, cento giorni dopo l’inizio di quest’avventura i problemi all’ordine del giorno sono ancora gli stessi: l’acqua pubblica, i rifiuti, la sanità, la mancanza di fondi, l’assenza del bilancio e quella delle notizie sul Piano regolatore generale. Per dirla col Don Giovanni, “madamina: il catalogo è questo”. Col rischio che tra duecento giorni sarà ancora lo stesso.

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