Azzeramento. È questa, dunque, la parola magica da cui Francesca Valenti intende ripartire per fare fronte alle attuali oggettive difficoltà politiche della sua amministrazione e del calo di popolarità subito scaturito dalle decennali emergenze che attanagliano la città. La sensazione prevalente, malgrado non sia certo una politica di lungo corso, è che il sindaco abbia capito di dovere agire con determinazione, per non “fare la fine” dei suoi predecessori: non certo quella di Vito Bono, che fu vittima di uno stillicidio continuo proveniente da quel “fuoco amico” di fronte al quale ad un certo punto si arrese togliendo il disturbo; neanche quella di Fabrizio Di Paola, che respingendo ostinatamente le invocazioni provenienti da più parti a cambiare la composizione della sua giunta finì col perdere quasi tutti i suoi sostenitori interni, arrivando a rinunciare alla ricandidatura.
Rispetto ad un anno fa, ossia al momento della elezione a sindaco di Francesca Valenti, gli scenari sono cambiati. Ci sono state le elezioni regionali, ci sono state soprattutto quelle nazionali. E oggi ci sono forze politiche che, di fatto, non esistono più. Non c’è più, per dirne una, Sicilia Futura. E così Giuseppe Neri potrebbe non avere più una rappresentanza in Consiglio comunale. Certo non ha più il sostegno di Alberto Sabella, non si sa se e quanto abbia ancora quello di Elvira Frigerio. La storia di Annalisa Alongi è nota. Assessore “di fiducia” di Francesca Valenti, da tempo è in predicato di venire sostituita da quello che dovrà essere il secondo assessore di Sciacca Democratica di Nuccio Cusumano. Rimangono gli assessori “politici”: Gioacchino Settecasi, Paolo Mandracchia e Filippo Bellanca. Quest’ultimo da poco ha lasciato il Consiglio comunale a favore del primo dei non eletti Gianluca Guardino. Ma Bellanca ha anche la delega di vicesindaco. E non sembra essere certo il tipo che possa accettare, nell’ambito dei riassetti, alcun ridimensionamento. Il deputato regionale Michele Catanzaro e l’ex sottosegretario Nuccio Cusumano (che militano in un partito, il PD, in profonda crisi) si sono assunti l’onere di gestire questo momento a fianco del primo cittadino. Ma se Catanzaro non ha nulla da pretendere rispetto agli assetti futuri, Cusumano aspetta il secondo assessore. L’idea della Valenti al momento sembra essere quella di ricostruire e rilanciare la maggioranza. Cosa impossibile attraverso la mera sostituzione di uno o due assessori. Ed ecco, dunque, l’idea di azzerare tutto. I tempi sono stretti. Francesca Valenti non ha fretta. Anche perché sa che la partita adesso si gioca sulla sua persona, e sarà lei alla fine a dover dimostrare di avere agito nel modo più responsabile. Il suo obiettivo è quello di uscire da questa verifica più forte di prima. Ascolta tutti, ma ha già lasciato intendere che l’ultima parola tocca a lei, e che forse è meglio ristabilire le distanze con i gruppi consiliari, con i partiti e con gli assessori. Francesca Valenti intende stare ai patti, e sicuramente valorizzerà la coalizione di centrosinistra. Nessuno, però, si metta in testa di condizionarne oltremisura l’azione. Altrimenti potrebbe anche far saltare il banco e ricominciare tutto daccapo, anche con scenari completamente nuovi, a conferma che in un comune come Sciacca le lune di miele tra i sindaci e la cittadinanza durano sempre meno. Intanto su Facebook un gruppo di sostenitori di Francesca Valenti ribadisce che continua a sostenere il cambiamento da lei promesso alle elezioni del 2017. E ad appellarsi alla coalizione è Simone Di Paola, che sulla sua pagina Fb ha invitato il centrosinistra a non commettere lo stesso errore a suo tempo commesso con Vito Bono.