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Comune di Sciacca

Il presidente del consiglio comunale partigiano? Per i consiglieri di cio’ che resta della maggioranza: “Montalbano garante dell’equilibrio”

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Dopo l’attacco di oggi da parte delle opposizioni al presidente del consiglio comunale di Sciacca dopo la seduta-lampo di ieri che ha portato all’abbandono da parte dell’aula e lo strascico di polemiche sulla validità della seduta al fine della mozione di sfiducia, i sette consiglieri dell’ex maggioranza consiliare scrivono oggi una nota: “Lascia basiti – scrivono – la scomposta aggressione al Presidente del consiglio comunale, Pasquale Montalbano, reo – a detta dei colleghi del centrodestra – di avere infranto il suo ruolo di organo super partes.

Bene, se applicare correttamente il nostro regolamento vuol dire essere di parte, allora il presidente Montalbano lo è certamente!inon ci si può richiamare al rispetto delle regole solo quando conviene.a; tali regole, infatti, o si rispettano sempre o non si rispettano mai”.

“Basta dare lettura – spiegano poi – dell’articolo 88 del vigente regolamento, per lo svolgimento dell’attività del Consiglio comunale, per rendersi conto che non c’era alcun margine di interventi diversi, se non per potere intervenire per la presentazione della mozione di sfiducia.

Testualmente, infatti, il comma 2 del suddetto articolo recita “la seduta si apre con l’illustrazione dell’argomento da parte del presentatore” , parendo escludere a priori la possibilità che l’ordine del giorno possa essere modificato, in presenza della mozione stessa, la quale – non a caso e per volontà del legislatore, cui il regolamento si ispira – viene iscritta al primo punto all’ordine del giorno e deve essere discussa in una finestra temporale ben precisa.

Va richiamato, altresì, il comma 1 del suddetto articolo 88, laddove chiaramente si statuisce che le sedute convocate su argomenti di contenuto politico specifico, fra le quali, per l’appunto, la mozione di sfiducia, sono “assoggettati a procedura di trattazione particolareggiata”.

Ne consegue, come il giorno alla notte, che il rinvio del vigente regolamento ad una trattazione regolamentata in modo particolareggiato di sedute aventi ad oggetto le questioni citate nel presente articolo, sfugge alle regole della trattazione ordinaria della seduta.

Così come è evidente che, dovendosi aprire la seduta obbligatoriamente con l’illustrazione della mozione da parte del presentatore, ogni possibilità di modificazione dell’ordine di trattazione degli argomenti iscritti all’ordine del giorno ex articolo 68 appare superata dal suddetto articolo 88 e dunque preventivamente esclusa nel caso in specie”.

I sette contestano l’attacco di oggi al presidente: “Pertanto, appare inappropriato – aggiungono – il richiamo all’articolo 68, la cui applicazione appare, come detto, esclusa a priori dall’articolo 88, nella parte in cui si specifica che la trattazione della seduta per la mozione di sfiducia è rinviata ad una regolamentazione particolareggiata.

Ancor più immotivato appare il richiamo all’articolo 82 in cui specificamente si tratta l’istituto della” mozione d’ordine”, mentre ieri sera il Consigliere Bono chiedeva di intervenire sull’ordine dei lavori.

Non v’è, dunque, nulla da interpretare; l’articolato è ai nostri occhi chiarissimo e andava applicato, senza per questo pregiudicare in alcun modo le prerogative dei Consiglieri comunali.

“Non comprendiamo – concludono – dunque dove stia il comportamento antidemocratico o partigiano da parte di un presidente del consiglio comunale che fino a prova contraria ha sempre garantito il massimo equilibrio e la massima correttezza nella gestione del dibattito politico e democratico all’interno dell’aula.

Respingiamo dunque ogni accusa da parte dei colleghi del centrodestra e invitiamo il presidente Montalbano a proseguire serenamente nel suo impegno istituzionale con serenità, certi delle sue capacità di equilibrio e di terzietà.”

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