Politica

Rosatellum: collegi più larghi. All’uninominale alla Camera Sciacca con Mazara, al proporzionale al Senato il distretto raggiunge Messina

Il Rosatellum, la nuova legge elettorale con la quale andremo a votare alle prossime Politiche, ha ridisegnato giocoforza i collegi elettorali, definendo sia quelli uninominali (che ci permetteranno di eleggeranno il 36% dei parlamentari col sistema maggioritario), sia quelli proporzionali, che manderanno a Roma la restante parte dei deputati e senatori col discusso metodo delle liste bloccate, con tanto di nomi decisi a tavolino dalle singole segreterie politiche. Collegi ridisegnati dalla nuova norma sulla base di un sistema che, evidentemente, ha reso obbligato un allargamento della geografia di riferimento, omogeneizzando l’elettorato su base interprovinciale fino a raggiungere una soglia di popolazione più o meno uniforme. È così che, di conseguenza, il vecchio collegio uninominale di Sciacca per la Camera dei Deputati (quello che, per farci capire, nel 1994 elesse il giudice Nello Bongiorno) è diventato più grande. I candidati, infatti, si confronteranno su un territorio molto vasto, all’interno del collegio numero 9 di Sciacca (circoscrizione Sicilia occidentale). Un collegio che si estenderà all’area del trapanese, a partire da Mazara del Vallo e tutte le municipalità vicine, comprese Castelvetrano, Campobello di Mazara, Partanna e Santa Ninfa. Un modo di riproporre il dibattito sull’ambita antica provincia Selinuntina. Restano nel “collegio di Sciacca” (così si chiamerà) anche tutti i comuni che già ne facevano parte prima. A sorpresa, tra questi comuni c’è anche la lontanissima Lampedusa. Vince chi arriva primo. È da qui che uscirà uno dei 9 onorevoli spettanti alla circoscrizione Sicilia occidentale (a quella orientale ne spettano 10). Il Rosatellum ha disposto che il collegio plurinominale (quello che eleggerà i deputati col sistema proporzionale, tanto per intenderci) aggregherà il collegio uninominale di Sciacca con quelli di Agrigento e Gela. Da qui usciranno fuori altri 16 parlamentari. Ed è, comprensibilmente, iniziata la corsa per un posizionamento nei posti più alti di ciascuna lista, magari dietro ai leader nazionali, che ovviamente si candideranno in più circoscrizioni (potranno farlo in non più di 5). Occorre che la singola lista superi il 3% su base nazionale per potere accedere alla distribuzione dei seggi.

È cambiato anche il collegio uninominale del Senato. I comuni interessati non sono più quelli che per anni, nel collegio di Sciacca, eleggevano un socialista (Mimmo Segreto) e un comunista (ora Renato Guttuso, ora Michelangelo Russo). No, da qui di senatore ne uscirà solo uno. Ma sarà una partita complicatissima. Il distretto, infatti, è diventato a dir poco gigantesco. Ne fanno parte infatti 51 comuni. C’è Sciacca, ci sono (come nel collegio della Camera) i comuni del trapanese con a capo Mazara del Vallo, ma ci sono anche tutti i comuni della provincia di Agrigento. Anche qui vince il più votato. Sarà, l’eletto, uno dei 9 senatori siciliani eletti con questo sistema. Altri 16 verranno fuori dal proporzionale (liste bloccate). Qui le circoscrizioni sono appena 3. Gli elettori di Sciacca potranno scegliere le stesse liste sottoposte ai cittadini delle province di Messina ed Enna.

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