Il caso Sciacca dopo la decisione del Tar di rigettare il ricorso dei consiglieri comunali avverso lo scioglimento del consiglio comunale, e’ destinato inevitabilmente a suscitare un dibattito che non resta circoscritto alla città. Pochissimi minuti dalla notizia della sentenza del Tar, e’ stato l’ex sindaco Carmelo Pace ad esprimersi rispetto la sentenza dei giudici amministrativi scrivendo un commento su un post social.
” Lo scioglimento del consiglio comunale di Sciacca – ha scritto l’ex sindaco riberese – e’ una delle pagine più tristi e penose della democrazia della nostra terra. Non fa bene a chi amministra ne alla città. Spero il legislatore siciliano possa porre rimedio ad una normativa assurda che fa venir meno la massima espressione di libertà”.
Dello stesso tenore quello di un altro ex primo cittadino, Fabrizio Di Paola che da avvocato commenta così: ” Credo che la questione prospettata dai consiglieri comunali di Sciacca – afferma- avrebbe meritato più attenzione. E in tal senso vanno le decisioni assunte dal Tar di Catania, così come la proposta di modifica dell’art 109 bis che permette lo scioglimento per mancata approvazione del rendiconto di gestione. Una prassi che non puo’ essere condivisa”. Poi c’e il commento politico dell’ex: ” Bisogna prendere atto della totale assenza di dibattito e confronto politico adeguato in questa città. Se questa vicenda fosse capitata durante il mio mandato, di certo, non mi sarei costituito in giudizio avverso i rappresentanti del consiglio”.
“Noi abbiamo operato secondo coscienza e coerenza- commenta a caldo Giuseppe Milioti, la sua opposizione tra la più dura in questi anni al sindaco Valenti – in linea con quella che e’ la democrazia. Accettiamo serenamente il verdetto di oggi, ma resta una pagina tristissima della storia politica cittadina. Oggi sappiamo che un consiglio comunale in una regione a statuto speciale non e’ libero di esprimere un proprio giudizio su un atto nevralgico di un’amministrazione e per questo, va a casa”.
E poi c’è il commento dell’attuale prima cittadina che da il lato si dice rammaricata per il venir meno dell’organo e dall’altro commenta così:” Sono stati rigettati tutti i motivi del ricorso. Dura lex , sed lex. L’ho gia’ detto e’ una ferita per la città, non una bella pagina perché ritengo che un organo eletto dal popolo deve essere in carica per tutta la durata del mandato e non condivido la sanzione prevista dalla legge così alla stessa stregua, non ritengo la mozione di sfiducia al sindaco una prospettiva giusta per chi ha avuto un mandato direttamente per volonta’ dei cittadini. E’ vero con il consiglio comunale ci sono stati diversi momenti difficili di convivenza, e’ un organo importante della vita politica, ma a chi allora non mi chiede perché non mi dimetto… replicò che ritengo il commissariamento di un ente ente locale ancora più triste. Io resto al mio posto per tutelare la citta’”.