Sembra strano, eppure la presidenza della regione è una carica più ambita di quanto non si pensi. E dire che si tratta di una poltrona piuttosto scomoda, dove la popolarità accumulata con anni di fatica rischia di sgretolarsi in poco tempo, come d’altronde è successo a Rosario Crocetta. Il quale continua a dichiarare di volersi ricandidare a succedere a se stesso. E questo malgrado il PD gli abbia già dato il benservito. I Democratici, infatti, si sono affidati al sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ha raggruppato movimenti civici e i centristi di Giampiero D’Alia, puntando sul Rettore dell’Università di Palermo Fabrizio Micari. La cui candidatura dovrebbe essere formalizzata nelle prossime ore. Centrosinistra che, però, non sarà unito. Sarebbe stato strano il contrario. Articolo 1 e la Sinistra, infatti, potrebbero puntare su Claudio Fava, anche se scalpita anche l’editore Ottavio Navarra. Un frastagliamento delle proposte possibili che, ovviamente, preoccupa l’area progressista. Ma se Sparta piange, Atene non ride. Nel centrodestra, infatti, i conflitti romani tra Berlusconi da una parte e Salvini (e Meloni) dall’altra, si stanno proiettando anche a Palermo. Il Cavaliere, infatti, ha deciso di puntare tutte le sue fiches su Gaetano Armao, mentre Fratelli d’Italia (e i leghisti) vorrebbero confermare la candidatura di Nello Musumeci. È da cinque anni che il presidente della Commissione regionale antimafia costruisce il suo nuovo tentativo, dopo la sconfitta del 2012. In questo quadro non si capisce che ruolo possa avere Roberto Lagalla, che non si è mai tirato indietro, malgrado il suo progetto Idea Sicilia non sembra proprio avere suscitato grossi interessi, non negli schieramenti tradizionali almeno, e così intende ritagliarsi un ruolo da outsider. Così come sta provando a farlo anche Piera Maria Loiacono, candidata democristiana e autonomista, che sta girando in lungo e in largo la Sicilia, evidenziando che “la classe politica siciliana di destra e di sinistra è assolutamente distratta e tesa soltanto alla ricerca di intese di potere o di poltrone da dividere”. È in questo quadro che, ragionevolmente, al momento si continua a ritenere che siano ben pochi gli ostacoli per la vittoria finale a favore di Giancarlo Cancelleri. Per Palazzo d’Orleans non è previsto alcun ballottaggio. Turno unico, e vince chi arriva primo. Anche se conquistasse solo il 25%. Il Movimento 5 Stelle, dunque, stando così le cose, potrebbe essere chiamato a governare la Regione siciliana. Ma è una sensazione attuale. Chissà cosa potrà accadere da qui ai prossimi due mesi. In questo quadro si cominciano già a ipotizzare i primi movimenti, dalle nostre parti, in vista delle candidature per un seggio all’ARS. Ma, di questo, parleremo tra pochi giorni.