I carabinieri di Catania hanno battezzato l'operazione "L'Ambulanza della morte". A farla scoprire le rivelazioni di un pentito, che ha accusato la mafia di avere esercitato un ruolo. Una cinquantina almeno i casi esaminati dalla DDA su decessi di malati terminali avvenuti tra il 2012 e il 2016. Sono tre, al momento, gli episodi per i quali gli investigatori ritengono di disporre di prove certe. I malati sarebbero stati uccisi su un'ambulanza, iniettando loro dell'aria nel sistema sanguigno, e poi i corpi 'venduti' per 300 euro a agenzie di onoranze funebri. Il decesso avveniva durante il trasporto dall'ospedale di Biancavilla a casa dei pazienti dimessi perché in fin di vita. "Siccome il malato era in agonia e sarebbe deceduto lo stesso, gli iniettavano dell'aria con l'agocannula nel sangue, e il malato moriva per embolia", così i familiari non se ne accorgevano. Approfittando del momento di grande dolore proponevano l'intervento di un'agenzia di onoranze funebri che, sottolinea il testimone, "poi gli facevano un regalino", i 300 euro a salma appunto. Il pentito sostiene che "erano i boss a mettere gli uomini sull'ambulanza" e che i "soldi andavano all'organizzazione".