Dai primi giorni di giugno, grazie al Centro di Biologia molecolare dell’Oncologia Medica del Policlinico e all’equipe di Ginecologia Oncologica del Civico di Palermo, è possibile effettuare l’analisi genetica per la ricerca della mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2 in caso di cancro ovarico.
Il cancro all’ovaio è una problematica clinica importante in quanto colpisce le donne, in particolare intorno ai 50-69 anni.
In presenza di un tumore all’ovaio viene indicata l’effettuazione di questo test genetico e, in questo caso, se il test risulterà positivo sarà possibile effettuare una terapia mirata con questi nuovi farmaci a bersaglio molecolare. È ovvio che, in caso di esito positivo, il test dovrà essere esteso a tutti i familiari, di primo e di secondo grado, perché potrebbe esserci un’ereditarietà.
Il test, dunque, è molto importante sia per la donna affetta da tumore all’ovaio per una cura personalizzata sia per l’eventuale identificazione di “portatori sani” tra i familiari.
Nonostante le donne dovrebbero avere garantito il diritto di tenersi sotto controllo, la normativa attuale, purtroppo, non prevede il rimborso dei 500€ spesi per gli esami necessari.
Il problema è stato evidenziato dai medici dell’Arnas-Civico e, in particolar modo, dal direttore dell’Oncologia Medica Livio Blasi che ha dichiarato: “Si tratta di pazienti sane che possono essere le malate di domani: oggi il Servizio sanitario risparmia 500€, ma domani se ne spenderanno molti di più, per non parlare dei costi indiretti”.
Veronica Gallo