L’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, Arpa, ha pubblicato l’Annuario dei dati ambientali 2021 dai quali è emerso che l’aria siciliana è migliorata in termini di qualità e che il mare è complessivamente in buona salute. Secondo l’assessore regionale all’Ambiente Totò Cordaro “monitoraggio e controllo sono strumenti indispensabili per la tutela del territorio, per identificare criticità e definire priorità di azione”.
L’annuario è suddiviso in 9 capitoli che abbracciano altrettante aree tematiche: acque marino costiere, acque, qualità dell’aria, certificazioni ambientali, rifiuti, controlli ambientali, suolo e biosfera, ambiente e salute, agenti fisici con riferimento agli obiettivi fissati da Agenda 2030 che mirano allo sviluppo sostenibile.
«I dati rilevati dalle stazioni sulla presenza di biossido
di azoto e benzene negli agglomerati urbani, ridotti notevolmente durante i mesi
di lockdown, ci dicono chiaramente che la riduzione del traffico (auto e navi)
ha fatto scendere le concentrazioni – sottolinea Cordaro – a conferma di quanto
disposto dal Piano regionale di qualità dell’aria che punta alla riduzione del
40 per cento del traffico nelle città, quale misura principe che i Comuni
devono adottare per abbassare le emissioni gassose, che è l’auspicio del
governo Musumeci».
Nel 2020 è stata realizzata la nuova rete regionale per il monitoraggio della qualità dell’aria previsto dal Piano di valutazione con 53 stazioni operative da luglio 2021. Sono risultati molto uitli i dati raccolti dalle due stazioni Arpa a Trapani e Siracusa per il monitoraggio sporopollinico che rileva quantità e tipologia di pollini e spore sia di interesse sanitario, per le allergie, che per scopi agronomici e ambientali.
Il mare siciliano, invece, risulta godere di buona salute dal punto di vista dello stato degli habitat. Più nel dettaglio si assiste al miglioramento di una serie di parametri ma permangono ancora alcuni problemi legati alla presenza di microplastiche, migliora invece la situazione sulla presenza di alga tossica (Ostreopsis) sulle zone costiere che nel 2020 si è ridotta notevolmente rispetto al 2019. Per le acque interne, superficiali e sotterranee, il monitoraggio annuale mostra un trend stabile, la situazione rileva non conformità dal punto di vista microbiologico, e quindi le nostre acque hanno bisogno sempre di un sistema di potabilizzazione incisiva, probabilmente per problemi legati alla depurazione e alle pratiche agronomiche.
Relativamente alle variazioni del consumo del suolo, dall’annuario emerge che la Sicilia si attesta al settimo posto tra le regioni che nel 2020 consumano più suolo con più di 400 ettari. Positivo il dato sui controlli dei campi elettromagnetici.
Per quanto riguarda i rifiuti il trend è complessivamente in netto miglioramento grazie alla raccolta differenziata. Secondo i dati elaborati dall’Arpa, in Sicilia si passa da una raccolta differenziata media del 29,53 per cento del 2018 a una percentuale del 38,52 per cento, vale a dire oltre 680mila tonnellate di rifiuti urbani differenziati.