Il gip del Tribunale di Sciacca aveva emesso nei confronti di Luciano Ardizzone, di 56 anni, di Santa Margherita Belice, decreto penale di condanna a 2 mesi di reclusione perché, nominato custode di un’auto a lui sequestrata, ometteva di evitarne il danneggiamento e in particolare la mancanza di parte del motore, di un faro, di parte del cruscotto, della batteria, delle maniglie, degli specchietti retrovisori esterni della Fiat Brava e anche dell’autoradio.
Nel processo d’appello, però, è passata la tesi difensiva e i giudici lo hanno assolto. Nel periodo al quale si riferiscono i fatti, nel 2015, Ardizzone era in carcere per lesioni e non poteva occuparsi di quell’auto. La prima sezione penale della Corte di Appello di Palermo, accogliendo la tesi difensiva dell’avvocato Francesco Di Giovanna, lo ha assolto perché il fatto non sussiste. L’avvocato Di Giovanna ha sostenuto che la Fiat Brava è rimasta effettivamente incustodita e in balia di chiunque cui potesse servire un qualsiasi ricambio per la propria autovettura.