La vicenda giudiziaria degli avvisi di pagamento del canone di depurazione recapitati nel dicembre del 2017 dal Comune di Sciacca ai cittadini di Sciacca con riferimento all’anno 2012, si e’ conclusa con la dichiarazione definitiva della loro illegittimita’ da parte della Cassazione: il Comune di
Sciacca deve essere condannato al pagamento anche delle spese del giudizio d’appello e del giudizio di cassazione.
Il Giudice di Pace di Sciacca con sentenza n. 30/2019 aveva accolto integralmente le richieste
dell’ avvocato Antonio Stefano Scaduto, per conto di 22 utenti saccensi del servizio idrico, dichiarando illegittimi, e pertanto annullando gli avvisi di pagamento per canone di depurazione relativi all’anno 2012, condannando altresì il Comune di
Sciacca al pagamento delle spese legali, con sentenza n. 173/2022 il Tribunale
di Sciacca ha respinto l’appello proposto dal Comune di Sciacca, confermando
quindi in secondo grado l’illegittimità dei canoni di depurazione relativi all’anno 2012, decidendo tuttavia di compensare fra le parti le spese del giudizio d’appello. Infine, con ordinanza n. 34147 del 23 dicembre 2024, la Suprema Corte di Cassazione, su ricorso sempre dell’avvocato Scaduto per i 22 utenti del servizio idrico
assistiti, ha annullato la compensazione delle spese del giudizio d’appello e ha rinviato il processo al Tribunale di Sciacca perché condanni il Comune di Sciacca alle spese sia del giudizio d’appello che del giudizio di cassazione.
“I Giudici – scrive ora l’avvocato Stefano Scaduto – hanno ritenuto innanzitutto che la tariffa della depurazione e’ un corrispettivo contrattuale, che è dovuto solo se l’ente che lo richiede dimostri di avere effettuato la prestazione della depurazione. Nella fattispecie le sentenze hanno riconosciuto che il Comune di Sciacca non ha dato prova di
avere effettuato il servizio di depurazione nell’anno 2012 nei confronti degli utenti del servizio idrico nel territorio di Sciacca e che non è stato assolto in
ogni caso l’onere del Comune di Sciacca di comunicare ai cittadini di Sciacca l’inizio del servizio di depurazione con riferimenti all’anno 2012″.
“Evidenzio – aggiunge – in conclusione che da tali sentenze emerge una questione politica.
A questo punto, benché le sentenze citate, da un punto di vista strettamente giuridico, abbiano efficacia fra le parti del processo, tuttavia le stesse hanno deciso una questione che in realtà riguarda migliaia di cittadini saccensi, utenti del servizio idrico, la maggior parte dei quali, avendo ricevuto nel dicembre 2027 dal Comune di Sciacca avvisi di pagamento del canone di depurazione per l’anno 2012, ha pagato al Comune di Sciacca tali canoni di depurazione, che sono stati però ritenuti definitivamente illegittimi in via giudiziaria”.
Il legale saccense poi affronta una riflessione sull’estensione di quanto stabilito per i ventidue utenti al resto della platea.
“E’ giusto – si chiede – che siano rimborsati coloro che hanno pagato? La risposta a mio avviso è sì.
Si ritiene pertanto che sia dovere di equità del Comune di Sciacca, dovere politico e morale prendere atto della illegittimità di tali avvisi di canoni di depurazione relativi all’anno 2012 recapitati nel dicembre del 2017 ai cittadini
di Sciacca, come accertata con sentenza passata in giudicato, e procedere alla restituzione a tutti coloro che hanno indebitamente pagato, delle somme indebitamente incassate dal Comune di Sciacca a titolo di canone di depurazione riferito all’anno 2012″