Il recente evento tenutosi a Santa Margherita di Belìce, noto come la Tavola del Gattopardo, ha visto l’intronizzazione di nuovi membri nell’Associazione Disciples d’Auguste Escoffier, un riconoscimento prestigioso nel mondo della gastronomia. Tra i 17 professionisti selezionati, tre chef provenienti da Sciacca hanno ricevuto l’ambita sciarpa che li certifica come ambasciatori della cucina d’eccellenza: Paolo Mandracchia, Calogero Fazio e Luciano Vitabile.
Gli chef di Sciacca hanno dimostrato negli anni il loro talento, portando avanti la tradizione culinaria siciliana, valorizzando le produzioni locali come olio, vino, ficodindia e i formaggi tipici come la vastedda. Paolo Mandracchia, noto per la sua cucina innovativa legata al territorio, ha saputo fondere tradizione e modernità, diventando un punto di riferimento nella gastronomia siciliana. Al suo fianco, lo chef gastronomo Calogero Fazio e il pastry chef Luciano Vitabile, specialisti in piatti tipici e dolci siciliani, hanno confermato il loro ruolo chiave nella valorizzazione del patrimonio culinario locale.
Essere intronizzati come Discepoli di Escoffier significa entrare a far parte di un’élite internazionale della cucina, e per gli chef di Sciacca rappresenta un ulteriore riconoscimento del loro lavoro e dedizione. Questo prestigioso titolo sottolinea il profondo legame tra cucina e territorio, promuovendo l’identità siciliana e le sue eccellenze gastronomiche. L’Associazione Disciples d’Auguste Escoffier è un’istituzione globale che promuove i valori di eccellenza, rispetto per i prodotti locali e condivisione del sapere culinario.
L’iniziativa si inserisce all’interno di un evento più ampio, che punta a valorizzare il patrimonio culturale ed enogastronomico del territorio belicino. La cucina di Sciacca, con i suoi sapori autentici e la ricchezza delle materie prime, rappresenta un pilastro fondamentale della promozione territoriale. Il riconoscimento dato agli chef Paolo Mandracchia, Calogero Fazio e Luciano Vitabile mette in luce l’importanza di promuovere non solo le capacità individuali, ma anche il patrimonio di tradizioni che rende unica la cucina siciliana.