Dallo straordinario “matroneo”, a piccoli vani, da dove seguivano la messa le monache di clausura della Badia Grande, le stesse che inventarono le delicate “ova murina” che ancora oggi sono il dolce di Sciacca; all’antichissima chiesa di san Nicolò la Latina, dove ha il suo atelier Lucia Stefanetti chiamata in Sicilia dal cardinale Pappalardo; alla Chiesa del Purgatorio che un tempo era collegata con un “comunichino” al “ritiro” delle prostitute pentite; alla chiesa del Collegio dei Gesuiti con un San Giovanni Battista attribuito al Domenichino.
Al Museo del Mare del complesso Fazello che ospiterà Ferdinandea, il Sogno, personale di Franco Accursio Gulino: sette tele che seguono l’ossessione dell’anziano maestro che da circa mezzo secolo ritrae virtualmente l’isola inghiottita dal mare. E ancora grotte vaporose del Monte Kronio, tonnare di una volta che hanno una nuova vita, necropoli e cammini inediti, perché Sciacca non è fatta solo di chiese e si prepara ad aprire tesori naturali, laboratori artigianali, percorsi delicati che parlano di mani antiche e della grande tradizione delle ceramiche e del corallo. Le Vie dei Tesori ritornano a Sciacca per la loro sesta edizione consecutiva, presentata questa mattina durante una conferenza stampa nella Sala Blasco del palazzo municipale. Contredici luoghi, undici passeggiate e cinque esperienze, un programma frastagliato, che rilegge luoghi conosciuti ma ne scopre anche di inediti. Si parte sabato prossimo (7 ottobre) e si va avanti fino al 22, sempre sabato e domenica per tre fine settimana, in collaborazione con il Comune e la Diocesi, le numerose associazioni sul campo e il Liceo scientifico “Enrico Fermi” i cui giovani faranno da guida. Le insegnanti di riferimento sono Daniela Campione e Maria Patrizia Prestia. Una nuova edizione del festival di “riappropriazione della bellezza” che racconta l’intera Isola: prima i Borghi a fine estate, poi la prima tranche di dieci città che si è appena conclusa in maniera trionfale. Bagheria, Termini Imerese e la new entry Corleone, nel Palermitano; poi le tre città della costa occidentale, Trapani, Marsala e Mazara, oltre alla piccola Alcamo. Nel cuore della Sicilia, Enna e Caltanissetta, e all’altro estremo, Messina. Con Sciacca, prendono il via invece le altre quattro città, Ragusa e Scicli (che si visitano con un unico coupon), poi Noto e Carini, tutte per tre weekend, dal 7 al 22 ottobre. E, per cinque weekend, le due “capitane” Palermo e Catania, dove il festival durerà fino al 5 novembre. Un progetto, quello delle Vie dei Tesori – nato nel 2006 a Palermo e progressivamente esteso all’intera Sicilia e oltre – che si anima della narrazione collettiva, della voglia di riappropriazione dei cittadini, della partecipazione di centinaia di giovani che si uniscono alla squadra rodata di organizzatori, narratori, giornalisti. Il festival propone ai cittadini un’alleanza nel segno della cultura, della conoscenza, della riappropriazione degli spazi. E di contro, offre ai turisti la possibilità di visitare città aperte, raccontate, dense di nuove prospettive, di nuovi spunti di dialogo, di nuove forme di accoglienza. Un impegno civile, prima ancora che culturale, che investe oltre 450 tesori visitabili in due mesi interi di festival, con un sistema digitale e smart. Palazzi nobiliari, terrazze segrete, monasteri, chiese e cripte, giardini, musei scientifici: luoghi in gran parte di solito chiusi o non raccontati. Le Vie di Tesori ogni anno generano una ricaduta economica, in termini di indotto turistico, nelle città che attraversano: come certifica l’Otie, Osservatorio turistico delle economie delle Isole. Complessivamente l’anno scorso la Sicilia ha avuto un indotto economico di oltre 6 milioni di euro. Un festival che ha portato la cultura fuori da palazzi istituzionali e atenei, ha sperimentato, cercato, scoperto percorsi e siti. E costruisce reti: a Sciacca, come nelle altre città, con Unicredit come main sponsor e con la collaborazione di Poste Italiane, il festival ha saputo creare sinergie e dialogo con Regione, Atenei, Comuni, Diocesi, gestori privati, istituzioni dello Stato, proprietari di palazzi nobiliari. Un progetto che tutto l’anno lavora per generare valore sociale intorno al patrimonio culturale con una costante attività di valorizzazione e di storytelling, con restauri e manifestazioni. E che, tra settembre e ottobre, vive la lunga stagione del Festival, trasformando le città in ecosistemi culturali integrati dove vengono abbattuti i paletti di titolarità dei luoghi del patrimonio. Quest’anno riaccoglie il progetto satellite Terre dei Tesori: aprono cantine, vigneti, frantoi, caseifici, vivai, in collaborazione con l’Assessorato regionale all’Agricoltura, trenta aziende siciliane per la maggior parte di terza generazione, tutte da scoprire e visitare. Sarà possibile visitare Sciacca anche da Palermo con i pullman AutoService: domenica 22 ottobre, partenza alle 8 e rientro alle 17,30. Info sul sito www.leviedeitesori.com, già colmo di notizie, curiosità, schede per ciascuna città.
IL PROGRAMMA E’ la città delle leggende e dei miraggi: da Dedalo che costruisce le famose Stufe di San Calogero sul monte Kronio, all’isola Ferdinandea (sogno d’arte del pittore Gulino) che sbuca dalle acque e si inabissa dopo poche settimane, così, in un sospiro, lasciando tutti di stucco. Insomma, qui si trovano tracce di un tempo che risale ad almeno mille anni prima dell’era cristiana, da lì in poi sono giunti tutti e ognuno ha lasciato il segno: Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani, Arabi e Normanni, Svevi e Angioini, attratti dalle preziose polle di acqua termale. Sotto i Peralta divenne importantissima, eresse i suoi palazzi, discusse da pari a pari con la vicina Girgenti. Senza dimenticare la grande tradizione delle ceramiche e del corallo, che si potrà scoprire durante le “esperienze”. Il nuovo viaggio delle Vie dei Tesori – costruito sul territorio dal giornalista Michele Ruvolo – guarderà subito in alto, al vertiginoso matroneo, suddiviso in piccoli locali divisi dalle grate a becco d’oca, dentro la Badia Grande, il convento delle suore di clausura che qui restarono fino al 2018. Per salire al matroneo, si visiterà la Chiesa dell’Itria, che è una vera “ascesa” dorata e ospita le tombe dei nobili avversari, Peralta e Luna. Nella cinquecentesca chiesa del Purgatorio un passaggio – detto comunichino – conduceva al vicino Ritiro delle Repentite, che poi erano le prostitute ravvedute. Nella chiesa più antica di Sciacca, l’austera San Nicolò La Latina, l’interno è a croce latina, con una sola navata, e ospita il laboratorio dell’artista Lucia Stefanetti. Andiamo avanti: nel complesso gotico catalano della famiglia di Tommaso Fazello (il frate domenicano padre dell’ archeologia moderna) ha sede il Museo del Mare voluto da Sebastiano Tusa che ospiterà Ferdinandea, il Sogno, una nuova personale di Franco Accursio Gulino che con il festival ha già proposto due diverse mostre. Invece al Palazzo dei Gesuiti – che già ospita il fondo antico della Biblioteca, 18 incunaboli, stampati in maggior parte a Venezia, il Libro Rosso e il Libro Verde – sarà proposta una mostra documentaria curata da Nicola Virgilio dedicata all’”aeroporto fantasma”, la base aerea della Regia Aeronautica durante la Seconda guerra mondiale, che si trovava a 5 km a nord di Sciacca ed era perfettamente mimetizzata tra uliveti e pascoli. Tra le opere d’arte della chiesa seicentesca del Collegio dei Gesuiti, c’è invece un San Giovanni Battista attribuito al Domenichino, con un particolare Agnus Dei dipinto. Si andrà all’Archivio di Stato per scoprire, tra 12.076 volumi, i più antichi del XIII secolo, gli atti dei notai, 27 documenti (20 testamenti) con firme in giudeo arabo di testimoni che rimandano al tempo in cui a Sciacca risiedeva la più grande comunità ebraica della zona; alla casa Museo Scaglione per calarsi in una collezione ottocentesca “d’ambientazione”; e per comprendere il passato della città, regina nel commercio di granaglie (divenne così uno dei quattro Vicariati e in Sicilia e sede della zecca), bisogna raggiungere le Grotte del caricatore, le fosse granarie scavate nella roccia viva, collegate tramite cunicoli detti “cannoli”. Un discorso a parte merita il Museo del corallo Nocito, vero racconto di storia artigiana di quattro generazioni. Se invece si vuole scoprire il tesoro della chiesa Madre – suppellettili liturgiche, ostensori, reliquie dei santi, tele preziose e ex voto – si deve raggiungere il Mudia, il Museo d’arte sacra. Osservare dall’alto la città. Due possibilità, dai tetti della chiesa del Carmine da cui si ottiene una vista mozzafiato e durante la visita, si scoprirà una cappella nascosta (e una chiesa su tre ordini); o dalla torre campanaria di San Michele.
Le ESPERIENZE: seguire una lezione di yoga al tramonto in un giardino monumentale o ascoltare i canti delle tonnare scoprendone una autentica; realizzare la propria saponetta all’olio d’oliva; assaggiare le cultivar autoctone; sentir narrare i maestri orafi corallari … c’è da perdersi.
Le PASSEGGIATE quest’anno sono curate particolarmente: sarà Nico Miraglia, ottantenne figlio di Accursio, sindacalista e presidente della prima Camera del Lavoro siciliana, ucciso dalla mafia nel 1947, a far rivivere le ultime ore di vita del padre, partendo dall’antica sede del Partito dove Miraglia impartiva lezioni di diritto a contadini e marinai. Ma si partirà anche sulle tracce di Sciacca medievale narrata al femminile; di Sciacca catalana come il celebre palazzo dello Steripinto; di Sciacca ebraica fino alla sinagoga; ma anche sulle tracce dei registi che scelsero la città (Pietro Germi ci girò due film), si esplorerà il quartiere dei marinai e la vecchia Quadda, un tempo quartiere a luci rosse e oggi museo en plein air. Si salirà alle famose sorgenti di acque sulfuree terapeutiche che sgorgano alle pendici del Monte Kronio; e proprio lì, ecco le grotte vaporose dove la temperatura si aggira sui 37/39 gradi: è la cavità più profonda della Sicilia. Infine, si raggiungeranno le 41 tombe ipogeiche (intatte) della necropoli Tranchina, dell’Età del rame, scoperta casualmente nel 1957. Un tour porterà anche tra le botteghe dei ceramisti.