La sanità siciliana vicina alla rivoluzione. Secondo l’indiscrezione lanciata da LiveSicilia.it, l’assessorato alla Sanità sta valutando l’ipotesi di aumentare il numero di aziende sanitarie sul territorio. L’obiettivo è quello di snellire la farraginosa macchina sanitaria e aumentare anche le assunzioni nei presidi ospedalieri. Non si parla, però, di quell’auspicata azienda selinuntina con Sciacca e Castelvetrano come ipotizzato da anni e sostenuto anche da esperti del settore. E non c’è neppure l’ipotesi di riproporre l’Azienda Ospedaliera di Sciacca.
Nelle bozza del provvedimento in questione ci sarebbe la creazione di sei azienda sanitarie in più rispetto a quelle presente attualmente, ognuna di esse con propri direttori generali, sanitari e amministrativi. Nel territorio della provincia di Agrigento verrebbe costituita l’Azienda ospedaliera San Giovanni Di Dio, che avrebbe la gestione degli ospedali di Sciacca, Licata, Ribera e Canicattì. Insomma, un ambito provinciale che non sembra destinato a migliori fortune rispetto al passato.
Mercoledì prossimo a Sciacca è in programma una riunione dei sindaci, attesa da mesi e che arriva fortemente in ritardo anche alla luce di quanto sta emergendo in queste ore.
La proposta palermitana, intanto, non convince l’associazione saccense Orazio Capurro che in una nota un vecchio progetto:
“L’ospedale di Sciacca deve diventare un’Azienda Ospedaliera, con una propria autonomia economico-giuridica ed amministrativo-organizzativa. Se ciò non dovesse accadere, sarà destinato a diventare un ospedale di base più di quanto nella sostanza per certi versi già non lo sia, con gravissimi danni per i pazienti e l’intera comunità del territorio. Se la proposta del governo regionale andasse in porto si determinerebbe un importante aumento delle spese economiche. Motivo per cui non troverebbe giustificazione il ragionamento secondo cui non possa nascere un’altra Azienda Ospedaliera per ragioni economiche“.
Nel frattempo sulla sanità provinciale si è espresso il Cartello Sociale:
“Gli argentini arrivano mentre gli agrigentini partono. Continua infatti l’emorragia di medici che lasciano l’ospedale San Giovanni di Dio. Ultimo in ordine di tempo il primario di ortopedia che si trasferisce a Palermo. O la politica non è in grado di affrontare seriamente questo tema o è causa di questo disastro“.