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Violenza di genere, il “Minuto di Rumore” non sveglia Sciacca

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Sabato 24 novembre si è tenuta la manifestazione in piazza Don Minzoni contro la violenza sulle donne. Manifestazione intitolata “Un minuto di Rumore” e organizzata dallo Sportello Antiviolenza “CO.TU.LE.VI” in collaborazione con il Gruppo Uncinettiste “Carizzi D’Amuri” e con il Comune di Sciacca. L’idea della manifestazione nasce a seguito dell’ennesimo femminicidio, quello di Giulia Cecchettin. La scomparsa della piccola Giulia (aveva solo 22 anni) è avvenuta a ridosso del 24 novembre, la giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Il rumore citato risponde all’appello della sorella di Giulia che ha chiesto, appunto, di fare rumore, non il silenzio, in memoria della giovane vittima.

La manifestazione prevedeva l’intervento delle organizzatrici e degli organizzatori, di alcuni personaggi della politica cittadina e regionale e non solo. Davanti a loro un piccolo pubblico, uomini e donne, giovani e adulti. Purtroppo, però, era il vento a fare più rumore. Chi ha organizzato la manifestazione si impegna ogni giorno per avvertire, assistere e aiutare chiunque sia vittima di violenza.

Poche, troppo poche, le persone in piazza Don Minzoni ad assistere a testimonianze, momenti canori, un balletto dall’estremo impatto emotivo organizzato dalla Asd La Danza e la magistrale interpretazione dell’attore Giovanni Giglio di un brano di Franca Rame.

Ciò dimostra ancora una volta che è facile indignarsi, arrabbiarsi dietro uno schermo, che sia tv o smartphone. Quando il problema non ci riguarda da vicino si può glissare, si può ignorare un’iniziativa che mira a sensibilizzare su di un tema che rischia (ammesso che non lo sia già) di diventare una piaga sociale. Non illudetevi, è accaduto a Marsala, è accaduto a Pordenone. È accaduto in tutta Italia. Non è accaduto a Sciacca, almeno non ancora fortunatamente.

Insomma, deve scappare la disgrazia per vedere le piazze piene, per sentire urlare “basta” non da una donna, non da una associazione, non dalle istituzioni ma da tutti. A parte alcuni passaggi della manifestazione dove la retorica si è presa il centro della scena, valeva comunque la pena esserci.

In quei momenti, al di là delle informazioni dovute e necessarie, degli appelli a chiamare il 1522 (numero antiviolenza e stalking), era necessario essere presenti per avere quantomeno una minima idea dell’orrore provato da una donna durante uno stupro, delle ferite inferte alle donne anche solo con le parole.    

Il rischio di scadere nella retorica è sempre dietro l’angolo. Tante, troppe parole sono state pronunciate sull’assassinio (omicidio, femminicidio) di Giulia Cecchettin. Alcune corrette, altre sbagliate, alcune più autorevoli di altre. Appare quindi un accanimento irrispettoso indugiare sulla vicenda. Per questo sarebbe più opportuno concentrarsi sul ruolo maschile nel problema della violenza di genere. Non del ruolo dell’omicida reo confesso Turetta, ma di tutti gli altri che sono (l’indicativo presente non è scelto a caso) diversi.

Chi uccide una donna, chi stupra, chi sfregia con l’acido, chi insulta, chi umilia, non è un uomo. Non è nemmeno un essere umano. Non è un tentativo di disumanizzare, ma appare opportuno segnare una netta demarcazione tra chi prova empatia per un altro essere umano, uomo o donna che sia, e chi no. Questo è ciò che manca oggi negli occhi della gente. Siamo diventati incapaci di provare empatia. E questa è la peggiore accusa imputata all’uomo in quanto essere umano.

Quando la cronaca si riempie del sangue di una donna versato per mano di un uomo, la rabbia di tutti gli altri uomini dovrebbe prendere il sopravvento. Perché quell’uomo, in quel momento, rende colpevoli tutti gli altri, li trasforma in mostri pronti a esercitare violenza per soddisfare un desiderio. È automatico. È una generalizzazione pericolosa e preoccupante ma comprensibile.

Troppe volte abbiamo letto e sentito le modalità che portano all’infame epilogo. Troppi “ultimi incontri”, troppi “bicchieri drogati”, troppi “brava, ma soprattutto bella”. E quanti altri adesso vorrebbero chiedere un confronto civile, un drink per il piacere della bella compagnia, o vorrebbero solo complimentarsi senza alcuno scopo infimo. Eppure, per colpa degli stessi uomini, adesso rischiano di essere temuti. Ogni singolo femminicidio aumenta la paura e la diffidenza delle donne negli uomini e la conseguente rabbia per un’altra vita spezzata.

Bisogna rifiutare l’idea che l’uomo, in quanto tale, sia un mostro. È sì figlio sano del patriarcato, già ammetterlo è un piccolo passo verso la consapevolezza. Consapevolezza che sabato sera poteva essere maggiore se a fare “rumore” ci fossero stati più uomini di quanti già fossero presenti.

Giulia Cecchettin purtroppo non sarà l’ultima. Lo speriamo, ma la realtà è un’altra. La partecipazione di sabato sera lo ha dimostrato. A 22 anni è vietato morire per una storia “d’amore” finita male. Per lei, l’impegno a cambiare prospettiva, a concepire la donna come un essere umano uguale a tutti gli altri esseri umani. Per lei e per tutte le altre.

Rita Talamelli (66 anni, Fano), Francesca Romeo (67 anni, Seminara), Patrizia Vella Lombardi (55 anni, Caserta), Virginia Petricciuolo (57 anni, Capaccio Paestum), Michele Faiers Dawn (66 anni, Casoli), Etleva Kanolija (31 anni, Savona), Annalisa D’Auria (32 anni, Rivoli), Pinuccia Anselmino (80 anni, Cuasso al Monte), Giuseppina Lamarina (65 anni Latiano), Antonella Iaccarino  (48 anni, Napoli), Marta Di Nardo (60 anni , Milano), Concetta Marruocco (53 anni, Cerreto d’Esi), Silvana Aru (71 anni,  Roma), Eleonora Moruzzi (83 anni, Bardi), Piera Paganelli (78 anni,  Rimini), Anna Malmusi  (88 anni,  Vignola), Egidia Barberio (88 anni, Roma), Klodiana Vefa (35 anni, Castelfiorentino), Carla Schiffo, Monica Berta e il giovane Matteo,  (78 anni, 55 anni e 17 anni, Alessandria), Anna Elisa Fontana (48 anni, Pantelleria), Manuela Bittante (77 anni,  Maser), Liliana Cojita (56 anni, Tombolo), Rosaria Di Marino (75 anni, Calvizzano), Maria Rosa Troisi (37 anni, Battipaglia), Cosima D’Amato (71 anni, San Michele Salentino), Nerina Fontana (72 anni, Sirmione), Marisa Leo (39 anni, Marsala), Rossella Nappini (52 anni, Roma), Vera Schiopu (25 anni, Catania), Anna Scala (56 anni, Piano di Sorrento), Celine Frei Matzohl (21 anni, Silandro), Maria Costantini (86 anni, Milano), Iris Setti (61 anni, Trento), Sofia Castelli (20 anni, Cologno Monzese), Mara Fait (63 anni, Noriglio di Rovereto), Angela Gioiello (38 anni, Monteruscello di Pozzuoli), Marina Luzi (40 anni, Fossombrone), Vera Maria Icardi (84 anni, Vinovo), Norma (94 anni, Bologna), Mariella Marino (56 anni, Troina), Benita Gasparini (89 anni, Pantianicco di Mereto), Ilenia Bonanno (45 anni, Fontanelle di Agrigento), Maria Michelle Causo (17 anni, Roma), Laura Pin (74 anni, Fiume Veneto), Margherita Ceschin (72 anni, Conegliano Veneto), Svetlana Ghenciu (48 anni, Rimini), Rosa Moscatiello (60 anni, Roteglia di Castellarano),  Cettina De Bormida (69 anni, Catania), Floriana Floris (49 anni, Incisa Scapaccino), Maria Brigida Pesacane (24 anni, Sant’Antimo), Giuseppina De Francesco (76 anni, Istia d’Ombrone), Pierpaola Romano (58 anni, Roma), Giulia Tramontano (29 anni, Milano), Ottavina Maestripieri (90 anni, Pistoia), Yirel Natividad Peña Santana (34 anni, Cassino), Anica Panfile (31 anni, Spresiano), Jessica Malaj (16 anni, Torremaggiore), Danjela Neza (28 anni, Savona), Rosanna Trento (57 anni, Paese), Antonella Lopardo (49 anni, Cassano allo Ionio), Wilma Vezzaro (73 anni, Verona), Barbara Capovani (55 anni, Pisa), Stefania Rota (62 anni,  Mapello), Anila Ruci (38 anni, Scaldasole), Rosa Gigante (73 anni, Pianura di Napoli), Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi  (35 anni e 76 anni, Arezzo), Carla Pasqua e Alessandra Vicentini  (63 anni e 36 anni, Tempera de l’Aquila), Zenepe Uruci (56 anni, Terni), Agnese Oliva (94 anni, Roma), Francesca Giornelli (56 anni, Tuoro sul Trasimeno), Maria Bella (70 anni,  San Biagio della Valle di Marsciano), Pinuccia Contin (63 anni, Cilavegna), Maria Febronia Buttò (61 anni,  Gioiosa Marea), Rubina Kousar  (45 anni,  Pinerolo), Petronilla De Santis (45 anni, Carlantino), Rossella Maggi  (65 anni, Lumellogno di Novara), Iulia Astafieya (35 anni, Rosarno), Iolanda Pierazzo (84 anni, Trieste), Rosalba Dell’Albani (52 anni, Giarratana), Caterina Martucci (64 anni, Serranova di Carovigno), Giuseppina Traini (85 anni, Capodarco di Fermo), Maria Luisa Sassoli (80 anni, Ferrara), Sigrid Grober (39 anni, Merano), Chiara Carta (13 anni,  Sili di Oristano), Rosina Rossi (75 anni, Castagneto Carducci), Cesina Bambina Damiani (88 anni, Casoli), Melina Marino e Santa Castorina (48 anni e 50 anni, Riposto), Antonia Vacchelli  (86 anni, Lecco), Margherita Margani (62 anni, Enna), Yana Malayko  (23 anni, Castiglione delle Stiviere), Giuseppina Faiella (95 anni  Poggioreale), Alina Cristina Cozac (40 anni, Spoltore), Teresa Di Tondo (44 anni, Trani), Oriana Brunelli (70 anni , San Mauro Pascoli), Martina Scialdone (34 anni, Roma), Giulia Donato (23 anni, Pontedecimo di Genova), Teresa Spanò (56 anni, Bagheria).

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