Avrebbe rifiutato gli addobbi floreali gratuiti, secondo altre voci perfino di vestire l’abito griffatissimo omaggiato dai due stilisti e secondo altre ancora, sarebbe perfino in trattativa tramite un legale per un risarcimento monetario. E invece, no. La futura sposa smentisce categoricamente tutte le voci e chiacchiere cittadine che nell’ambito di un fatto così curioso non sono di certo mancate e state alimentate. La celebrazione del matrimonio, è vero, era stata fissata due anni prima nella chiesa Madre di Sciacca per il sei luglio 2019, ma la concomitanza con l’evento D&G che ha richiesto anche il duomo saccense come una delle location della sfilata maschile in programma a Sciacca, ha portato al trasferimento altrove delle celebrazioni delle nozze malgrado le rimostranze della coppia che rivendicava la prenotazione anticipata rispetto a quella sopravvenuta dell’altra coppia della moda. Ma è stato l’arciprete di Sciacca, padre Carmelo Lo Bue, a trattare invece con i futuri novelli sposini facendoli optare per la celebrazione in un’altra chiesa. Coppia di futuri sposi convocati soltanto ad aprile scorso, alla quale è stato comunicato che lì il matrimonio “non s’ha da fare”.
Dopo l’opposizione iniziale della coppia, alla fine, i due si sono dovuti adeguare alla filosofia seguita dalla Curia agrigentina di favorire e agevolare il grande evento internazionale. Insomma, la logica dell’ “ubi maior, minor cessat”. D’altronde gli sposini non avrebbero mica preteso che saltasse l’intero evento per la celebrazione di un rito religioso, magari si sarebbero accontentati di ricevere dallo staff della D&G delle semplici e mai superflue, scuse di cortesia.