La Guardia di finanza di Palermo e i Carabinieri del Ros hanno sequestrato beni immobili e disponibilità finanziarie per oltre 60 milioni di euro a Giovanni Savalle, esperto fiscale-tributario e imprenditore del settore alberghiero ed immobiliare ritenuto vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro. L’inchiesta che ha portato al maxi sequestro è stata coordinata dalla Dda di Palermo. Il provvedimento è stato disposto dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Trapani. Tra i beni sequestrati a Giovanni Savalle, c’è anche la struttura dell’ex hotel Kempisky, resort di lusso di Mazara del Vallo. L’immobile e tutta l’area con terreno e piscina finiti sotto sequestro erano di Savalle. L’attività, gestita da una società totalmente estranea all’indagine, resta però in funzione. La società subentrata a Savalle ha in affitto la struttura dall’amministratore giudiziario a cui paga il canone. Giovanni Savalle ebbe un finanziamento da “Banca Etruria” grazie ai suoi rapporti privilegiati con un membro del Cda, in un periodo in cui le aziende del “Gruppo Savalle” erano prossime al fallimento. E’ uno dei particolari emersi dalle indagini patrimoniali coordinate dalla Dda di Palermo che hanno portato al sequestro. All’imprenditore sono stati sequestrati quote e intero capitale di società, beni aziendali, beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari e finanziari anche esteri. La vicinanza al capomafia di Castelvetrano avrebbe consentito a Savalle di accumulare una fortuna e assumere rilevanti dimensioni nel tessuto economico della provincia di Trapani. Il sequestro riguarda 22 complessi aziendali, 12 pacchetti di partecipazione al capitale di altrettante società, 28 rapporti bancari, 47 fabbricati, 8 autoveicoli e la struttura dell’ex ex Kempisnsky per un valore complessivo di 62.922.867 euro.