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Roghi tossici e smaltimento illegale di rifiuti, blitz dei militari della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle: sequestrata vasta area demaniale marittima

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Sono venti le persone coinvolte, individuate dal personale militare della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, guidato da Gennaro Fusco, e dai militari della Guardia Costiera della sezione polizia giudiziaria della Procura di Agrigento, diretta da Luigi Patronaggio, che hanno portato a termine un’importante attività di contrasto all’illegalità in materia ambientale.

Abbandono incontrollato di rifiuti, sequestro di una vasta area demaniale marittima trasformata in una discarica a cielo aperto e di tre automezzi utilizzati per il trasporto illecito di rifiuti. Un vero e proprio blitz quello che hanno fatto scattare i militari della Capitaneria di Porto di Porto Empedocle, nel corso dell’operazione denominata “Kaos Calmo”, che rappresenta l’esito di un’articolata attività investigativa scaturita nel settembre del 2018 e caratterizzata da una serie di controlli finalizzati al contrasto del fenomeno dei roghi tossici e dello smaltimento illegale di rifiuti, compiuto anche dai gestori di attività commerciali per smantellare in modo illegale i costi di gestione relativamente al corretto smaltimento dei rifiuti, che avrebbero dovuto essere conferiti presso apposite discariche mediante ditte specializzate e autorizzate. Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Paola Vetro, hanno permesso di effettuare controlli mirati, eseguiti anche mediante l’installazione di otto videocamere di sorveglianza nei luoghi stabiliti. Gli accertamenti definitivi hanno permesso di ricostruire l’intera filiera illegale dello smaltimento dei rifiuti speciali ed urbani. I soggetti identificati sono ritenuti responsabili del deposito illecito di rifiuti solidi urbani in totale violazione dei regolamenti comunali inerenti la raccolta differenziata dei rifiuti prodotti dai cittadini. Dall’attività di polizia svolta, è stata riscontrata la presenza di rifiuti domestici, compresi gli ingombranti, e di rifiuti speciali provenienti da attività commerciali, nonchè l’esistenza di vere e proprie attività illecite da parte di piccole imprese che non conferiscono in modo regolamentare, liberandosi in modo “gratuito” di materiale utilizzato per la commercializzazione di prodotti ittici.

 

 

 

 

 

 

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