I finanzieri del Comando Provinciale di Trapani, al termine di approfondite attività investigative, hanno scoperto una consistente truffa ai danni dell’Inps nella percezione del Reddito di Cittadinanza, da parte di soggetti formalmente residenti nella “Via della Casa Comunale” di Marsala.
La possibilità per i cittadini di iscriversi anagraficamente a quest’indirizzo è riconosciuta dalla normativa vigente nei confronti delle persone che risultano essere senza fissa dimora le quali, per motivi personali, quali l’appartenenza ad un determinato ceto sociale (clochards, emarginati, senza tetto, ecc..), l’appartenenza a determinate etnie, lo svolgimento di attività lavorative itineranti oppure per scelta di vita, eleggono domicilio all’interno del comune in una via, territorialmente non esistente, ma riconosciuta con un nome convenzionale dato dall’Ufficiale dell’ Anagrafe (da qui “Via della Casa Comunale”).
Tenendo conto dei pericoli elusivi e/o truffaldini cui potrebbe prestarsi normativa, i finanzieri di Marsala, dopo avere acquisito la documentazione relativa a decine di famiglie iscritte appunto alla casa comunale ed averla incrociata con le banche dati in uso al Corpo, nonché con opportuni accertamenti “sul campo” (rilevamenti, sopralluoghi, appostamenti, pedinamenti) hanno scoperto che numerosi soggetti, pur avendo la residenza dichiarata nella “via della casa comunale”, di fatto risiedevano in altri luoghi e, soprattutto, con persone diverse rispetto a quelle indicate nelle domande di Reddito di Cittadinanza, queste ultime aventi la disponibilità di redditi (anche elevati), assolutamente incompatibili con la percezione del beneficio. In alcuni casi, si sarebbe trattato addirittura di coniugi che, pur conviventi ma a fronte di residenze anagrafiche “fittizie” e differenti, usufruivano di un abusivo “sdoppiamento” del beneficio, conseguito attraverso separate domande di ammissione, precedute da repentine ed apparentemente inspiegabili variazione anagrafiche , con “l’iscrizione” alla casa comunale.
I comportamenti fraudolenti traevano in inganno l’Inps consentendo ai richiedenti di accedere alla misura di sostegno economico, non essendo in possesso dei necessari requisiti richiesti ed, in buona sostanza, sfruttando artificiosamente le possibilità di iscrizione anagrafica alla “Casa Comunale”.
L’operazione di servizio ha consentito quindi di segnalare all’Autorità Giudiziaria 23 soggetti che sarebbero responsabili, a vario titolo, di aver percepito indebitamente un contributo complessivo pari a circa 110.000 euro. Inoltre, il tempestivo intervento delle fiamme gialle lilibetane che, al fine di arrestare l’aggravio erariale in atto, hanno fornito immediata comunicazione all’Inps, ha evitato che ulteriori somme, per circa 120.000 euro, fossero illecitamente intascate dai soggetti interessati, i quali sono stati tutti obbligati a restituire allo Stato gli importi indebitamente ottenuti.
A Marsala frode da 230 mila euro con il reddito di cittadinanza, 23 indagati
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