Si conclude l’anno, ed è come sempre tempo di bilanci. Nella tradizionale attesa conferenza stampa di fine anno Francesca Valenti tirerà le somme dei suoi primi sei mesi a capo del comune di Sciacca. Una discesa in campo, la sua, che ha permesso al centrosinistra di tornare ad amministrare la città di Sciacca, dopo la parentesi di Vito Bono. A dimostrazione che questa è una città complicata, dove chi è reduce da cinque anni di governo fatica sempre a confermarsi. Ed è quello che è successo al centrodestra. Che, ora, sembra accingersi a superare definitivamente l’anomalia di un’alleanza col Pd. Anche a livello locale. I punti salienti dei primi sei mesi di Francesca Valenti, oltre all’affermazione elettorale, riguardano soprattutto il rapporto (che appare ormai irrimediabilmente compromesso) con Girgenti Acque, nel segno del tentativo di disfarsene, e l’istituzione della task-force intersettoriale per permettere al comune di recuperare parte dei 13 milioni di euro di crediti non riscossi che si sono accumulati nel corso degli anni. Se cose così non si fanno ad inizio mandato poi non le si fanno più. La scelta di spendere meno sul Carnevale è sicuramente significativa, mentre sulle Terme ogni giudizio non può che essere sospeso, in attesa del completamento di un percorso iniziato con Baccei e che ora dovrà proseguire con Armao.
Dal punto di vista degli equilibri politici, il sindaco ha faticato un po’ all’inizio, soprattutto quando non ha assegnato subito la carica di vicesindaco, che si contendevano Bellanca e Mandracchia. Ha poi tenuto a bada i primi segnali di bulimia manifestati dalla componente Cusumano, negando l’ingresso in giunta a Giuseppe Ambrogio (che avrebbe dovuto sostituire la sua fedelissima Annalisa Alongi) fronteggiando le critiche del centrodestra. Non riuscendo a nascondere il proprio nervosismo in almeno un paio di circostanze. La prima: quando è stata accusata di non avere lasciato il suo lavoro all’Università per dedicarsi esclusivamente all’attività di amministratore del comune (la famosa questione del sindaco part-time); la seconda: quando è stata accusata di non avere rassegnato al Consiglio comunale i contenuti del suo incontro con il commissario dell’Asp Gervasio Venuti.
Ed è un tema, quello della sanità, che è un autentico filo scoperto per la città. Un settore per il quale è necessario che l’avvocato Valenti si impegni con maggiore determinazione nel pretendere riscontri oggettivi dal management, perché la Sanità (quella ospedaliera e non) continua a soffrire le pene dell’inferno. E il sindaco sa bene che gli impegni e gli appelli ad aspettare tempi migliori formulati dal dottor Venuti non sono più sufficienti. Su assunzioni, carenze di organico e infrastrutturali, siamo ancora troppo lontani da una condizione di miglioramento. E non può bastare nemmeno che, a differenza del suo predecessore Ficarra, Venuti ci dica che abbiamo ragione.
Si chiede al sindaco anche un altro piglio sulla questione annosa degli impianti sportivi, sui quali Sciacca sconta un ritardo molto serio.