“Sono state disattese tutte le procedure riguardo al reinserimento dei cani sul territorio contemplato dalla Legge 15/2000 in materia di Tutela e benessere dell’animale d’affezione”. A muovere questa dura accusa è oggi Anna Maria Friscia, presidente dell’ANTA. Il riferimento è alle operazioni svolte lo scorso 6 aprile. “Tale reinserimento – osserva Anna Maria Friscia in una lettera alle autorità comunali – non puo’ prescindere dal rispetto delle cinque libertà dell’animale che si riferiscono a convivenza, salute, alimentazione, riparo e spazio. Diritti – aggiunge la presidente dell’ANTA – che devono essere garantiti all’animale d’affezione in ogni posto in cui si trovi e, quindi, anche reinserito sul territorio”. Ma quali sono le procedure che, a giudizio della rappresentante animalista, sarebbero state disattese? Premesso che il reinserimento è avvenuto in assenza del servizio veterinario dell’Asp, la Friscia eccepisce la mancanza della scheda del cane (verbale di ritrovamento, tempo di permanenza del cane all’interno del canile, caratteristiche comportamentali ecc. ) per stabilirne la compatibilità ambientale. Poi la responsabile dell’ANTA mette in evidenza la mancanza di quella scheda sanitaria necessaria per stabilire quali esami sono stati fatti al cane prima di essere reinserito sul territorio per stabilirne lo stato di salute da quel momento in poi e per evitare il rischio di malattie trasmissibili, per quanto il parere favorevole dell’Asp in merito, debba essere sufficiente a garantire tale aspetto. E ancora, è stata una norma disattesa, a giudizio di Anna Maria Friscia, anche la mancata individuazione di un tutore del cane che si assumesse l’onere di accudire il cane per conto del comune e di segnalare ogni tipo di evento che lo riguardasse. È mancato, infine, sempre a giudizio della presidente dell’ANTA, un minimo di protocollo d’intesa con le associazioni animaliste che identifichino figure competenti di riferimento, procedure e così’ via. “Va precisato e ribadito – ragiona Anna Maria Friscia – a rischio di sembrare banale, che i cani inseriti nello stesso territorio non possono essere più di due e compatibili, devono essere sani e sterilizzati prima di essere messi in un luogo a bassa densità di traffico e non ultimo va segnalata la loro presenza con un apposito cartello che indichi Presenza di cani di Quartiere – Prestare Attenzione. Le azioni sopra citate che sono state eluse, sono solo alcune azioni necessarie per un primo approccio al reinserimento del cane sul territorio”. Per Anna Maria Friscia, dunque, lo scorso 6 aprile non sarebbero state rispettate queste norme e, di conseguenza, la presidente dell’ANTA chiede di sospendere le procedure di reimmissione dei cani sul territorio fino a quando non si provvederà ad ottemperare a queste necessità.
Cani reimmessi sul territorio, Anna Maria Friscia: “Procedure sbagliate, si sospenda tutto”
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