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Cgil, il 2017 un altro anno perso: “Il lavoro deve tornare centrale nell’agenda di tutti”

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“Il 2017 non ha centrato nemmeno una delle aspettative che aveva alimentato”. Così Massimo Raso, segretario della Cgil stila un bilancio dell’anno che sta per concludersi, un giudizio più che negativo quello del sindacalista.
“Non è stato l’anno dell’avvio dei cantieri del “patto per la Sicilia”  – scrive Raso – e gli Edili sono ormai un terzo di quanti erano prima della crisi; non è stato l’anno dell’avvio della soluzione dei tanti “dossier” aperti: Terme, Italcementi, Italkali, Cupa, ex-province, Cattedrale… insomma restano ancora aperti i problemi, anzi si aggravano.
Sullo sfondo i problemi di sempre si trascinano: la criminalità continua a prosperare e di Ignazio Cutrò non ne scorgiamo ancora tanti; acqua e rifiuti continuano ad essere servizi salatissimi e poco efficienti; sui migranti continuano gli affari e non si lavora affatto sul terreno dell’integrazione; la povertà relativa ed assoluta è cresciuta così come non accenna a diminuire il numero di persone, soprattutto giovani, che lasciano questa terra, perché non è qui che trovano possibilità di realizzazione i loro sogni e bisogni.
La sanità si dibatte coi problemi di sempre ed il conto lo pagano i malati specie gli Anziani non autosufficienti e le persone con disabilità di cui ci si ricorda solo nelle campagne elettorali; andare a Palermo dalla SS.189 è diventata una odissea.
La precarietà continua ad essere il tratto dominante dei rapporti di lavoro, l’incertezza continua a segnare il futuro dei precari, dei forestali, di quanti hanno a che fare con il bilancio della Regione che, unica nota positiva, ha archiviato l’”era Crocetta”.
Il 2017, sempre nel campo del lavoro, è stato segnato da nuove morti sul lavoro (emblematica la vicenda sulla “diga furore”) e da fatti che sembrano venire da un’altra epoca (i “taglieggiamenti” sulle buste paga a Licata ed Agrigento o i licenziamenti “selvaggi” alla TUA) ma che, invece, segnano e permeano più di quanto non si pensi l’attuale “mercato del lavoro”.
Certo c’è anche qualche piccola luce: la conclusione positiva dei lavoratori della “calcestruzzi belìce” o quella dei precari co.co.co. Ata della Scuola.
Non sono mancati tanti piccoli e grandi fatti positivi che sono lì a confermare che sarebbe possibile costruire una provincia diversa che si da nuove ambizioni e nuovi progetti. Penso alle nuove scoperte archeologiche nella Valle dei Templi, una Valle che vince il premio paesaggio e che torna ad essere più attrattiva e meglio governata; penso alla candidatura di Agrigento a “capitale della cultura 2020” ed al finanziamento di alcun interventi sul centro storico.
Questi segnali vanno alimentati, va costruita (lo diciamo da anni!) una rete di soggetti istituzionali, economici e sociali che definiscono una serie di priorità e si battono insieme per realizzarle ed invertire questa tendenza.
Noi continuiamo a ritenere che sia possibile cogliere le opportunità nazionali e comunitarie ed inserirle in un piano di sviluppo complessivo: per far questo occorre più umiltà, rinunciare a dannose primogeniture e lavorare insieme per il bene comune, mettendo, al primo posto dell’agenda di tutti, la necessità di creare lavoro nuovo e buono.
Il 2018, come tutti gli anni, la CGIL Agrigentina lo comincia a Sciacca, ricordando il 71° dell’assassinio di Accursio Miraglia. Nessuna retorica né un guardare sempre al passato, l’esigenza di ricordare quello straordinario movimento, un’autentica “guerra di liberazione dal feudo” e la necessità di ribadire che, ieri come oggi, la lotta contro la mafia e per il lavoro costituiscono la nostra “mission”.

Ma l’analisi del segretario non si esaurisce soltanto al 2017, ma guarda al prossimo: “Il 2018, sarà l’anno delle elezioni politiche, dove speriamo si affermino le forze che hanno a cuore i problemi del lavoro e non considerino i “corpi intermedi” ed il Sindacato come un problema ed un ostacolo.
Per la CGIL sarà l’anno del Congresso, quello in cui saluteremo la direzione politica di Susanna Camusso che voglio ancora ringraziare per l’attenzione che ha sempre avuto per la nostra provincia.
Il Congresso, anche dalle nostri parti, segnerà un momento di svolta, dovremo decidere “la CGIL del futuro” e rendere operative alcune nostre scelte che abbiamo già assunto che ci dicono di guardare con maggiore attenzione ad un radicamento nel territorio e nei posti di lavoro.
Un primo momento sarà l’attenzione alla elezione delle RSU nel Pubblico Impiego e nella Scuola dove lavoreremo per confermare ed estendere la forza di rappresentanza di Funzione Pubblica e FLC.

Continueremo il nostro impegno con la passione di sempre e cercando, sempre di più, di rafforzare una CGIL che sia “dei” Lavoratori e dei Pensionati e sia ritenuta, innanzitutto da loro, uno strumento di salvaguardia, di difesa e di avanzamento di diritti e conquiste.
Ha ragione il Cardinale Montenegro, in una terra come questa così gravida di problemi è, persino, difficile persino fare gli auguri, ma come Egli stesso ci insegna non dobbiamo e non possiamo perdere la speranza. Per questa ragione rivolgiamo a tutte le Agrigentine e a tutti gli Agrigentini un augurio di serenità, prosperità e lavoro da tutta la CGIL Agrigentina: speriamo sia davvero un “buon anno”!

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