Enzo Nucci, un uomo d’altri tempi, un mix di signorilità, bravura nella sua attività artistica e fortemente innamorato di Sciacca, del territorio. Cinque anni anni fa, il 25 aprile del 2015, un male contro il quale ha combattuto per tanto tempo, lo ha strappato alla sua famiglia, a tanti amici e al mondo dell’arte.
Di Vincenzo Nucci ci si può ricordare sempre quando si vede un cielo azzurro o una casa con una grande palma davanti. Di quest’uomo si è apprezzato il garbo, ma anche la determinazione che lo portava, spesso, a lottare per ottenere qualcosa. Negli anni Ottanta le sue idee, il suo voler fare di Sciacca “Un punto nel Mediterraneo”, un luogo d’incontro di grandi artisti e critici d’arte, ha portato momenti di grande successo per la città. Poi la politica non lo ha seguito. A Sciacca si sono prese strade diverse per la promozione della città. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Nucci ha continuato, da artista, a dire la sua. E lo ha fatto con successo. Anni di partecipazione a mostre di rilievo internazionale lo hanno consacrato come un artista che non dipingeva tutto, ma soltanto ciò che esaltava meglio le sue qualità. L’ultimo grande appuntamento al quale ha partecipato, a Bologna, pochi mesi prima della morte, a Palazzo Fava, la mostra curata da Marco Goldin “Attorno a Veermer”. E’ stato l’ennesimo successo. E tornando da Bologna quando mostrava, a pochi amici, le foto, anche quelle con Goldin, diceva: “Anche lui non ha capelli, come me. Ormai si usa così”. E, invece, la mancanza di capelli per Nucci era determinata dalla malattia che lui ha combattuto fino alla fine con determinazione e con grande dignità.