La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della Procura della Repubblica di Palermo sulle misure cautelari a carico dei margheritesi coinvolti nell’operazione per estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravati dal metodo mafioso, svolta nel giugno 2024. Le misure erano state annullate dal Tribunale del Riesame. Adesso sarà un’altra sezione del Riesame a doversi pronunciare e le prime udienze sono già state fissate.
La vicenda riguarda l’ordinanza di arresti domiciliari per Domenico Bavetta, di 42 anni, di Montevago, difeso dall’avvocato Pietro Abate. Dovrà essere discussa al Riesame anche l’ordinanza che riguarda Giovanni Campo, di 33 anni, di Santa Margherita Belice, difeso dall’avvocato Carmelo Carrara, per il quale era stata annullata la custodia in carcere. Torna al Riesame anche la decisione sulla custodia in carcere dei margheritesi Pasquale Ciaccio, di 59 anni, difeso dagli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Augello, e Pietro Guzzardo, di 46, difeso dagli avvocati Giuseppe Giambalvo e Giuseppe Oddo.
L’altro indagato è Pietro Campo, di 72 anni, difeso dall’avvocato Carmelo Carrara, per il quale la Cassazione ha dichiarato il ricorso del pm inammissibile, mentre quello della difesa accolto in relazione al capo d’imputazione di concorrenza sleale aggravata dall’associazione mafiosa.
Le indagini, che riguardano un periodo compreso tra il 2016 e il 2022, sono state svolte dallo Sco, dalla Sisco di Palermo e dalle Squadre mobili di Agrigento e Palermo.
Ipotizzano un pervasivo controllo e gestione illecita delle attività agro-pastorali sul territorio di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia fino al confine con Contessa Entellina.