Il gup del Tribunale di Brescia, Giulia Costantino, ha assolto con formula piena i due imprenditori saccensi Giuseppe e Filippo Carlino, difesi dall’avvocato Giovanni Vaccaro, dalle accuse di natura tributaria penale.
In particolare, nell’ambito della corposa operazione “Leonessa”, che ha coinvolto tanti indagati, sull’asse Brescia-Gela, che nel 2019 aveva comportato, anche per i due saccensi, misure cautelari subito annullate dal Tribunale del Riesame. Anche perché i due indagati, già davanti al gip del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, delegato per l’interrogatorio di garanzia, si erano discolpati, producendo vari documenti.
Segnatamente, è stato fin dall’inizio contestato agli imputati il reato di indebita “compensazione” di crediti vantati da una società milanese con i debiti delle due imprese saccensi, impegnate da anni in attività di costruzione di impianti fotovoltaici, di sviluppo di energie alternative e di iniziative di natura ambientale.
A causa del procedimento penale, degli esosi debiti erariali e delle conseguenti sanzioni tributarie, una delle due società era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Sciacca.
Una volta chiesto il rinvio a giudizio dalla Procura bresciana, i due cugini avevano scelto di essere giudicati con il rito abbreviato, depositando però i due fascicoli del difensore, contenenti una serie di documenti e di consulenze commerciali dei commercialisti Cracò, Dulcimascolo e Venezia.
Ammesso il rito abbreviato e sentiti lungamente, nel novembre scorso, in udienza preliminare, i due imputati (dallo stesso pm, dalla difesa e dal giudice), all’udienza di discussione del 15 marzo scorso, il pm aveva chiesto la condanna a 3 anni per Filippo Carlino e di 2 anni e otto mesi per Giuseppe.
Nel corso dell’articolata discussione dell’avvocato Vaccaro, è stato evidenziato, attraverso una ricostruzione cronologica di atti, intercettazioni e provvedimenti, che le richieste di compensazione non avevano sortito l’effetto sperato; che a quell’epoca sarebbe stata lecita l’operazione e che comunque i due imprenditori avevano agito in buona fede, senza alcun intento fraudolento, su consiglio di un allora accreditato commercialista milanese.
Prima ancora che scattasse l’inchiesta penale, i due imprenditori avevano sciolto ogni rapporto con lo studio milanese, ottenendo anche la restituzione di due assegni precedentemente rilasciati. Ed avevano pure chiesto l’annullamento dei modelli F 24 a suo tempo trasmessi dall’incaricato abilitato.
Sollecitata dalla difesa, l’assoluzione è stata pronunziata con formula piena dal gup bresciano, che si è riservato di depositare la motivazione entro novanta giorni.
Nella foto, l’avvocato Giovanni Vaccaro