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Comune di Sciacca

La sindaca rimette nel territorio 15 randagi, si oppone Mangiacavallo:”Riveda l’atto sarebbe come condannarli a morte”

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Nella data di ieri è stata pubblicata l’ordinanza sindacale n. 86 con la quale, su proposta del responsabile del 3° Settore 3° Sezione – Ufficio Randagismo, il sindaco ha disposto di rimettere in libertà 15 cani nelle stesse zone dove tempo fa erano stati catturati, dandone mandato al personale del servizio comunale accalappiacani, coadiuvato dal Comando di Polizia municipale e dalle associazioni animaliste.

“Senza entrare nel merito di una procedura sicuramente legittima – scrive in una nota il parlamentare Matteo Mangiacavallo – alcuni cittadini mi hanno contattato allarmati per quanto sta avvenendo, poiché la immissione di questi 15 cani potrebbe contribuire ad aggravare lo stato di emergenza sanitario in tema di randagismo che già vive la città di Sciacca”.

“Tenuto conto – aggiunge – che siamo nel bel mezzo del mese di agosto, mese in cui Sciacca dovrebbe vivere di turismo, e che tale situazione potrebbe recare danni alla città, ho chiesto, con nota indirizzata ai responsabili del servizio e al sindaco, di sospendere l’attività prevista per domani al fine:
1) di programmarla meglio e in altro periodo con le associazioni animaliste;
2) di procedere, prima dell’immissione di 15 cani sul territorio, alla cattura e alla sterilizzazione di almeno lo stesso quantitativo di cani che si intendono aggiungere ai numerosi già presenti, visto che dai dati presenti all’ASP di Agrigento, nell’ultimo anno, ne risultano trattati circa una decina.

Considerato che, stante la perdurante situazione di grave emergenza legata al Randagismo,
l’amministrazione comunale sembrerebbe aver provveduto nell’ultimo anno ad effettuare soltanto
una decina di sterilizzazioni sui cani vaganti: reimmettere oggi sul territorio 15 cani senza prima
aver provveduto alla cattura di un numero di cani almeno pari ai fini della custodia presso le
strutture per la sterilizzazione e la microchippatura risulta una scelta quanto mai inopportuna, utile
esclusivamente ad aggravare la già complessa emergenza territoriale e ad accrescere i fenomeni di
violenza sugli animali.
Considerato che la reimmissione disposta dall’amministrazione comunale sul territorio
saccense significherebbe mettere in serio pericolo la vita dei 15 cani e con grande probabilità
condannarli a morte in un tempo più o meno breve, se non si provvede contestualmente alla
vigilanza, al controllo, all’attuazione della legge regionale n. 15/2000, nonché al rispetto delle
norme specifiche a tutela del benessere degli animali”.
Mangiacavallo ritiene opportuno che la sindaca sospenda la suddetta iniziativa al fine di pianificare successivamente e di
concerto con le associazioni animaliste tutte le operazioni di reimmissione sul territorio di quegli animali ritenuti non aggressivi, già microchippati e sterilizzati, nonché se non ritengano essenziale, prima della reimmissione in libertà dei nuovi cani, procedere alla cattura di un numero almeno paridi cani presenti sul territorio per la loro sterilizzazione e microchippatura: ciò consentirebbe di
ridurre progressivamente il fenomeno emergenziale del Randagismo, garantendo al contempo a tuttii cani vaganti migliori condizioni di vita”.

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