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Le intercettazioni dell’inchiesta “Xydi”, emerge un “traditore” del boss Falsone di Sciacca o Ribera

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E’ il 23 aprile del 2019 quando, all’interno dello studio legale dell’avvocato Angela Porcello, – secondo quanto emerge dal provvedimento di fermo dell’inchiesta antimafia ‘Xydi’ – si parla dell’arresto del capo provincia Giuseppe Falsone, avvenuto a Marsiglia nel 2010 dopo un’ultradecennale latitanza. Chi ha portato la polizia sulle tracce del latitante? L’avvocato, sottoposta a fermo nell’ambito dell’operazione, assieme ad altre venti persone, avrebbe cercato di comprendere chi avesse tradito il capomafia allo scopo di poterlo individuare e punire severamente.

Uno dei familiari di Falsone avrebbe – seguendo sempre le intercettazioni riportate nel provvedimento di fermo – risposto: “Angelo ha detto che veniva da Sciacca .. questo fedelissimo”. Giancarlo Buggea non sembrerebbe però essere convinto: “Di Sciacca? O Ribera?”. “A questo punto,  Porcello rendeva noto ai familiari che lo stesso Falsone – viene ricostruito dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – ancora non era riuscito a comprendere chi fosse la persona che lo aveva tradito”. Buggea: “Dobbiamo capire… da dove viene… (si sovrappongono le voci, ndr) chi è questo…”

“Mi sono solo occupata di vicende professionali, al massimo ho fatto delle battute infelici e quei rapporti e quegli incontri nel mio studio sono legati alla relazione col mio compagno”. Si è difesa così oggi nell’interrogatorio l’avvocato di Canicattì Angela Porcello. E’ stata interrogata dal gip Agrigento, Stefano Zammuto, che dovrà decidere se convalidare il fermo disposto dai pm della Dda di Palermo, Geri Ferrara, Claudio Camilleri e Gianluca De Leo nei confronti di altre 22 persone.

Il legale ha nominato come difensori gli avvocati Salvatore Manganello e Raffaele Bonsignore ed ha negato qualsiasi rapporto con il mandamento mafioso.

Angela Porcello ha negato, fra le altre cose, di avere custodito la cassa del mandamento mafioso, come si evincerebbe dal contenuto di una intercettazione in cui Buggea dice alla sorella del boss Giuseppe Falsone che “i soldi dei detenuti li ha Angela”. “Ho solo gestito, come avvocato, i proventi delle mediazioni agricole dei miei assistiti”, ha spiegato.

Con una nota l’ufficio Pastorale Sociale della Curia Arcivescovile e del Consiglio Pastorale Cittadino di Agrigento prende posizione sulla vicenda giudiziaria.

“Dopo i fatti di Licata – si legge e il susseguente appello del Sindaco Galanti, la Lettera dei nostri due Pastori (Francesco ed Alessandro) , l’operazione “Xydi” e l’appello del Prefetto per un “riscatto e intervento di tutta la Comunità”… come Comunità Ecclesiale e Sociale non possiamo non sentirci coinvolti dal desiderio di riscatto e di rivalsa che può e deve mostrare il forte senso civico e di amore a questa terra che come cristiani e cittadini deve vederci protagonisti. Non possiamo più assistere inermi alla distruzione di ciò che ancora pensavamo nessuno potesse rubarci, la dignità di essere cittadini e cristiani convinti per questo di voler alzare la testa e dire… io non ci sto e non accetto che la mia terra e la mia Chiesa possa venire mortificata e degradata dalle losche logiche di chi pensa che è tutto lecito e tutto possibile nel nome del proprio tornaconto e interesse, molte volte illecito.

Questa è una terra ricca di contraddizioni, ma anche di potenzialità e certamente è una comunità fiera della sua sicilianità (nel senso più bello e proprio per la nostra cultura e storia), terra di Santi, beati e venerabili, terra di poeti e scrittori (invidiatici dal mondo) terra ricca di grande senso di accoglienza, di solidarietà di condivisione che viene fuori spesso e soprattutto nelle situazioni limite come quelle che stiamo a volte subendo e a volte vivendo da spettatori. Dobbiamo rialzare la testa, dobbiamo ricordarci della nostra dignità di uomini e donne che hanno dato allo Stato e alla nostra storia figure e personalità eccellenti, non possiamo continuare a stare alla finestra mentre poche decine di persone che amano solo delinquere rovinino e deturpino la dignità e l’onorabilità di tutta una Comunità.

Tutti dovremmo dire “Basta” come non mai… tutti uniti alle nostre Istituzioni, alle forze dell’ordine ai nostri Sindaci tutti uniti per dire Agrigento non è questa!”.

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