L’indagine che ha portato al sequestro di beni per un valore complessivo di 90 mila circa tra denaro contante, terreni agricoli e fabbricati riconducibili a due nuclei familiari di Burgio e Ribera. I carabinieri stanno compiendo ulteriori verificare per accertare eventuali complicità.
Lo ha detto questa mattina il tenente colonnello Roberto Vergato, comandante della compagnia dei carabinieri di Sciacca, durante la conferenza stampa al comando provinciale di Agrigento. L’indagine, coordinata dal sostituto procuratore Michele Marrone, nasce da complesse verifiche condotte a partire dal 2019 dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Sciacca a cui, data la specifica competenza tecnica in materia, si sono affiancati nel corso del tempo i colleghi del Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare di Messina. I primi accertamenti, condotti anche con l’ausilio di mappe satellitari, muovevano dalla conduzione di alcuni terreni facenti parte del patrimonio dei nuclei familiari di Ribera e di Burgio, in relazione al cui sfruttamento per la produzione agricola erano stati elargiti a tali famiglie contributi da parte dell’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura per le campagne agricole a partire 2014. Concentrando le indagini sul quinquennio 2015-2020, veniva appurato che l’azienda agricola della 47enne di Burgio in quel lasso di tempo aveva percepito dall’Agea contributi per circa 90 mila euro, sia per lo sfruttamento ai fini della produzione agricola di terreni già confiscati ai sensi delle normative antimafia sia per lo sfruttamento ai fini della produzione agricola di terreni presi in locazione sulla base di contratti risultati essere a firma falsa, allorquando i legittimi proprietari dei terreni medesimi, almeno sulla carta, risultavano essere estranei alla truffa in atto. |