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Comune di Sciacca

Sabato mattina, per la Giornata della Memoria, riapre la Biblioteca “Cassar”. Ma non era pericolante?

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Suscita sicuramente sorpresa la notizia relativa alla annunciata riapertura della Biblioteca comunale “Cassar” di Sciacca. Proprio così: le porte di quella stessa struttura chiusa da oltre un anno, dopo essere stata dichiarata inagibile a seguito del crollo di alcuni calcinacci, si riapriranno al pubblico sabato mattina, 27 gennaio, per ospitare uno degli appuntamenti organizzati dal Comune nell’ambito della “Giornata della Memoria”. Per la cronaca: saranno proposte alcune testimonianze relative agli orrori della guerra.

È indubbio che la stanza dove si svolgerà la manifestazione è in quella parte di immobile evidentemente sicuro da ogni “rischio e pericolo”. Così come non ci sono dubbi che ci sia stato qualche tecnico qualificato ad avere autorizzato la riapertura. Questa vicenda, tuttavia, rimette al centro del dibattito la questione della biblioteca comunale di Sciacca. Vicenda che ha coinvolto associazioni e amatori dei beni culturali (a partire da Italia Nostra) per salvaguardare il salvaguardabile, a partire da quel Fondo Antico la cui sorte preoccupa anche, se non soprattutto, nell’ottica di un intervento di tutela di quei volumi assai più importante di quello infrastrutturale.

Insomma: oggi scopriamo che la biblioteca “Cassar” può riaprire. E viene da domandarsi come mai sia stato così facile riuscire nell’intento. Anche se solo per il momento di questa manifestazione. Dopodiché c’è da aspettarsi che l’immobile tornerà inaccessibile. Ma è lo spunto per capire cosa sarà della Biblioteca, un immobile sul quale, non va dimenticato, ha un ruolo tutt’altro che secondario la Soprintendenza ai Beni Culturali, anche se questo fatto rischia solo di appesantire un percorso burocratico che, come volevasi dimostrare, sta mostrando tutti i suoi limiti. E mentre si attende il trasferimento della parte “moderna” della biblioteca all’istituto Sant’Anna, sabato mattina intanto si potrà entrare di nuovo all’interno di un edificio di gran pregio, giocoforza abbandonato (e impolverato) perché inaccessibile.

A proposito di trasferimento: malgrado oggi sia in una sorta di limbo (né nel Palazzo dei Gesuiti, né al Sant’Anna), per dare i libri in prestito i dipendenti sono costretti a fare numerose staffette a piedi da Palazzo Lazzarini a via Roma. Si dirà che camminare fa bene. Almeno quanto fa bene la cultura.

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