Lillo Saladino, di 53 anni, di Santa Margherita Belice, avrebbe strattonato in municipio il sindaco del comune belicino, Gaspare Viola, e pronunciato frasi minacciose nei suoi confronti. Successivamente, avrebbe opposto resistenza ai carabinieri che erano arrivati, per una perquisizione, nella sua casa, brandendo anche un coltello.
Prima è stato posto ai domiciliari e poi all’obbligo di presentazione, tre volte alla settimana, alla polizia giudiziaria. Lo ha deciso il gip del Tribunale di Sciacca che ha convalidato l’arresto e, su richiesta della procura, applicato all’indagato la misura dell’obbligo di presentazione alla pg.
Nell’udienza di convalida Saladino, assistito dall’avvocato Filippo Lo Jacono, avrebbe ammesso i fatti, aggiungendo che quelle condotte erano dettate dalla disperazione perché, essendo pregiudicato, gli era stato revocato da poco tempo il reddito di cittadinanza e si era trovato senza alcun sostentamento economico per la propria famiglia. Avrebbe aggiunto che al comune non chiedeva sussidi o altre utilità, ma un lavoro.
Il sindaco non ha sporto querela nei confronti di Saladino. Il cinquantatreenne è indagato per violenza privata attraverso le minacce e per resistenza a pubblico ufficiale. L’arresto è scattato per la seconda ipotesi di reato. All’interno dell’abitazione di Saladino i carabinieri avrebbero rinvenuto una pistola scacciacani munita di tappo rosso e 9 cartucce a salve. La perquisizione nella casa di Saladino sarebbe stata ritardata anche perché l’indagato si sarebbe chiuso nell’abitazione consentendo ai carabinieri di accedervi soltanto dopo vari minuti.