Tra meno di 48 ore sarà il primo anniversario dall’alluvione che ha colpito il 25 novembre del 2016 l’agrigentino, in particolare Sciacca, Ribera e Caltabellotta.
A Sciacca anche il prezzo più caro: un disperso a seguito del nubifragio che si è portato via Vincenzo Bono, l’allevatore saccense di 60 anni, di lui non si hanno notizie da quella mattina, solo dopo qualche giorno la carcassa della sua automobile è stata ritrovata in contrada Muciare, zona completamente sommersa da tonnellate di fango. Per mesi, seguirono le ricerche, ma senza alcun risultato.
Tra Sciacca, Ribera e Caltabellotta i danni provocati dal maltempo di quel terribile venerdì sono stati calcolati in 110 milioni di euro.
Soltanto per Sciacca, 18 milioni di euro. Tre milioni i danni nelle vie del centro saccense franate. A Ribera, due milioni di danni nel centro città, ma prezzo carissimo per la viabilità: circa 50 milioni e 30 milioni di euro quelli in agricoltura.
A Caltabellotta, epicentro del nubifragio, sono state sgomberate 17 case ed altrettante famiglie, i danni sono stati stimati allora in almeno 5 milioni di euro per le zone urbane e ad almeno 10 milioni per la viabilità esterna.
Alcune attività commerciali a Sciacca, nelle vicinanze del Cansalamone che quella mattina è esondato, hanno cessato la loro attività da allora in attesa di un risarcimento non ancora riscosso. Altre sono riuscite a ripartire con le proprie gambe.
Quella mattina quando la pioggia incessante si è manifestata con tutta la sua improvvisa violenza a Sciacca, il caos per le strade delle statali con automobilisti in tilt, in molte scuole della città si sono verificati momenti di panico con alunni mandati a casa nel corso dell’evento meteo eccezionale.
Dopo un anno, i piani di prevenzione, norme comportamentali, disposizioni di protezione civile negli istituti scolastici, negli edifici pubblici di Sciacca, Ribera e Caltabellotta restano sconosciuti. La pioggia fa ancora paura esattamente come quel giorno.