Non prendetevela con i cani randagi. Un giorno li rimpiangerete.
Io, per esempio, ancora mi ricordo di un cagnaccio nero come la pece. Se ne stava sempre in mezzo alla strada sterrata che dalla vecchia colonia marina portava a Sovareto. In contrada Muciare, il luogo dell’odierno delitto. E parlo di più di trenta anni fa.
Quel cane faceva davvero paura. Abbaiava e ringhiava e ti correva dietro, e mi costringeva ogni volta a scendere in spiaggia e ad arrampicarmi sugli scogli per andare dall’altra parte. Avevo quattordici anni. Oggi che ne ho più di cinquanta, farei qualunque cosa per avere indietro la mia adolescenza. Perfino farmi mordere da quel demonio d’un cane.
Poi imparai, me l’insegnò un mio cugino, a non temere i cani. A capirne il linguaggio. Da allora non ne ho più avuto paura. Che non significa fidarsi dei cani a prescindere, no. Significa capirli, capire quando abbaiano e basta e quando invece bisogna girare al largo.
Credo sia questo, uno dei principali problemi dei saccensi. Che non conoscono i cani.
Un cane non è Lilly e neppure il vagabondo. Il cane è un animale. Come l’uomo, giusto più prevedibile. L’uomo è molto più bravo a mentire.
Sono stato uno jogger, uno che correva per sport. Per tanti di quegli anni che neppure mi ricordo quanti. Amavo correre, e lo facevo per ore, lungo le spiagge e la campagne di Sciacca. E quando non correvo passeggiavo, in lungo e in largo, dal Belice al Verdura.
Non avete idea, di quanti cani randagi m’è capitato d’incontrare. Qualcuno mi diceva: “Non andare a correre là, perché i cani là ti mangiano”, e io che c’ero già stato e in quei cani m’ero già imbattuto pensavo: “Ma di che parlano?”
Perché quando quei cani m’abbaiavano io, che non ne avevo paura e che ne capivo la lingua, mi mettevo semplicemente a urlare e a correre nella loro direzione. I ferocissimi cani scappavano e ogni tanto, dopo, m’inginocchiavo e aspettavo che qualcuna di quelle terribili belve si avvicinasse per farsi grattare le orecchie.
I randagi, Sciacca, ci sono sempre stati. Oggi come trenta anni fa.
Adesso, però, siamo nel XXI secolo. Su serio c’è ancora gente in giro che ha paura dei cani?
Commenti. Alberto Montalbano: “Ma davvero, nel 21° secolo, c’è ancora gente che ha paura dei cani?”
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