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La vita a pedalate di Janus Rivier: “Non c’è tempo di dormire”

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Basta poco a Janus Rivier, ottanta anni e una bici. Alloggerà stasera in un bed and breakfast del centro di Sciacca, ma dormirà per terra nel sacco a pelo che si porta in dote perché dice di non essere più abituato ai letti.  Ha raggiunto oggi Sciacca, una notte di riposo e poi domani di nuovo in viaggio, pedalata dopo pedalata verso un’altra città, un’altra meta e nuove scolaresche da incontrare, servizio con cui ricambia l’ospitalità prestatagli dal paese ospitante.

Una ex vita da impresario di calcio, sport che adora ancora tanto. Tifa Napoli, Milan e Roma. Ma guai a parlargli di Juventus. Seguire le partite è l’unica pausa che si concede dalla sua vita eternamente in viaggio. Non ha una famiglia, ma alla sua morte che come racconta in un aneddoto, un monaco buddista in Asia gli ha predetto è ancora lontana, devolverà il denaro  risparmiato a favore di bimbi orfani russi.

Il giro del mondo da Roma a Pechino, è stato il punto di un vagare che finora l’ha portato in 150 paesi diversi del mondo, da novembre ha avuto inizio il tour della Sicilia. Da Messina, la prima pedalata in terra siciliana che aveva già visitato in altre vesti e di cui però conservava profumi e sapori diversi. Domani per Janus, in viaggio da una vita, nuova tappa verso Menfi e poi Santa Margherita perché come dice lui: “Non c’è tempo da dormire”.

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