Si celebra al Tribunale di Marsala il processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina che vede tra gli imputati due menfitani che erano stati coinvolti nell’indagine denominata “Skorpion Fisk” con assoluzione di Pietro Bono, di 67 anni, e patteggiamento per Felice Montalbano, di 62.
I due sono sotto processo al Tribunale di Marsala, assieme a tunisini e trapanesi, e sono accusati di avere fornito supporto sul territorio siciliano all’attività di trasporto di migranti provenienti dalla Tunisia, fornendo assistenza ed appoggio in particolare a Menfi e nella località balneare di Porto Palo sia alle auto utilizzate per i rifornimenti del gommone sia di natura meccanica per le riparazioni al natante. Si contesta in particolare una condotta del 17 marzo 2017.
Bono è difeso dall’avvocato Accursio Gagliano e Montalbano dall’avvocato Gianni Caracci. Nello stesso processo sono imputati anche due tunisini coinvolti pure nell’indagine “Scorpion Fish”, Akrem Toumi, di 41 anni, e la moglie, Sarra Khaterchi, di 33, che sono difesi dall’avvocato Francesco Di Giovanna. La moglie è ai domiciliari mentre per il marito proprio nei giorni scorsi la Corte di Assise d’Appello di Palermo ha accolto l’istanza dell’avvocato Francesco Di Giovanna revocando i domiciliari e disponendo nei suoi confronti l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’ultima udienza è stato escusso il capitano dei carabinieri Francesco Grammatico, in quegli anni era impegnato presso la compagnia di Sciacca.
Nella foto, l’avvocato Accursio Gagliano