“Siamo al paradosso per cui il tavolo regionale che riunisce i leader del centrodestra partorisce soltanto buoni propositi, mentre gli accordi sui nomi si siglerebbero su base locale e su altri tavoli trasversali, fuori dalla coalizione, dalla logica politica e dal buon senso.
Nonostante gli appelli all’unità e la disponibilità della DC e degli altri partiti della coalizione a convergere, anche in provincia di Agrigento, su un nome unitario, sembrerebbe che alcuni partiti nostri alleati si siedano ufficialmente con noi nel tavolo regionale per poi confabulare al contempo in provincia di Agrigento, con i nostri oppositori politici mettendo a repentaglio non solo una vittoria schiacciante del centrodestra unito, ma gli equilibri stessi della coalizione”. E’ quanto dichiara l’onorevole Carmelo Pace, capogruppo della DC all’Ars.
“Come mai, anziché rispondere ai numerosi appelli all’unità (cosa che hanno fatto DC, Fdi, Lega e Noi Moderati) – aggiunge Pace – ci si siede con il Pd e i 5 Stelle, acerrimi oppositori del governo Schifani? Perché buttare alle ortiche una vittoria scontata del centrodestra e investire sulla rottura della coalizione? Quale vantaggio porterebbe al centrodestra, agli equilibri della coalizione e al governo regionale in carica un accordo con le opposizioni?”
Per il parlamentare agrigentino “un’intesa tra Pd e Movimento 5 stelle allargata a pezzi di centrodestra sarebbe un’ipotesi impraticabile, politicamente innaturale, figlia di un accordo capestro che nulla ha a che vedere con le dinamiche d’Aula e con la maggioranza che sostiene lealmente il governo Schifani”.
“Rinnovo pubblicamente – aggiunge Pace – dopo averlo fatto all’interno dei tavoli regionali e informalmente con i diretti interessati, affinché anche tutti gli elettori del centrodestra ne siano opportunamente e ufficialmente informati, la disponibilità della DC, ma anche degli partiti della coalizione, a trovare un’intesa su un candidato condiviso da tutti, senza diktat romani o palermitani.
Mi auguro che anche Forza Italia ed Mpa in provincia di Agrigento possano sedersi nel loro unico tavolo naturale, che è quello del centrodestra, per scegliere tutti insieme il miglior candidato per un centrodestra unito, mettendo da parte eventuali accordi politici improbabili”.
“Se, al netto di questi appelli – conclude – in provincia di Agrigento non ci sarà un candidato espressione di tutto il centrodestra, ne prenderemo atto con la consapevolezza che la responsabilità della rottura della coalizione è da ascrivere esclusivamente a decisioni incomprensibili che non condividiamo e dalle quali prendiamo le distanze”.